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30 gennaio

1927
Il formidabile trio

Al Parc des Sports di Ginevra l'Italia affronta la Svizzera. "Il trio difensivo è quello dei ragionieri piemontesi. In attacco esordisce il formidabile trio torinista Baloncieri-Libonatti-Rossetto" (Gianni Brera). Solo l'ultimo è un vero bòcia. Goleada azzurra: 5-1, ed è la seconda volta che i rossocrociati si inchinano in casa propria. Rossetto timbra il tabellino, ma Baloncieri (nella foto) esagera, e si porta a casa il pallone. Pozzo, CT e inviato speciale de La Stampa, titola raggiante: "Clamoroso successo dei calciatori italiani a Ginevra".
Tabellino



1937
Prossimamente al Gasómetro

Al Gasómetro de Boedo (foto) ultima partita del Campionato Sudamericano. Il Brasile le ha vinte tutte, l'Argentina no (ha perso - guarda caso - con l'Uruguay). Partita maschia ma corretta, l'Argentina prevale per un solo gol. "Una volta tanto non si debbono lamentare gravi incidenti", commentava un foglio sportivo italiano. Ora però, avendo le due squadre concluso il torneo a pari punti (formula all'italiana), occorre si decida chi l'ha vinto. Le parti si accordano per uno spareggio, da disputare prossimamente. Quando? Dove? Si vedrà. Vecchi tempi.


1957
Un altro formidabile trio

Modesto è l'undici arancione che fa visita al Bernabéu, per affrontare una Spagna cui serve, più che vincere, giocare qualche partita. La Roja gioca e vince largo, e soprattutto schiera per la prima volta e tutti insieme tre giganti: Kubala, Suarez e Di Stéfano. Luisito (nella foto) e la 'Saeta rubia' sono all'esordio assoluto. L'ombra di costoro si allunga fino alla Svezia; a marzo inizia il torneo di qualificazione. E' forse proibito sognare? 
Tabellino | Highlights


1972
I trucchi delle provinciali

Prima di ritorno; a Catanzaro non piove da giorni, ma il manto erboso del Comunale è una risaia, una palude, un acquitrino. "In albergo mancava l'acqua, forse era stata dirottata tutta sul campo", disse un pedatore juventino. La Signora si impantana, ed eroe della giornata è Angelo Mammì (nella foto), calabrese di Reggio, che dà di capoccia alla palla giusta quando manca assai poco al 90'. La partita entra di diritto nella Grande Storia della Serie A, e campeggia come foto di copertina in quella del Catanzaro. Cui non eviterà la retrocessione.


1974
Traditore o patriota?

Si spegne, a Burnley, Jimmy Hogan. E' considerato una delle figure più importanti del football internazionale nella prima metà del '900. Giocatore, e soprattutto allenatore. Un allenatore 'moderno' e girovago. Diffonde il verbo del passing game (poco amato dagli inglesi) nella Mitteleuropa. "We played football as Jimmy Hogan taught us. When our football history is told, his name should be written in gold letters": parole di Gusztáv Szebes, architetto dell'Aranycsapat.
Profilo

2008
I Boeren fanno il vuoto

Il PSV passa all'Amsterdam Arena, allunga e l'Ajax perde definitivamente la ruota. Non è un brutto Ajax, se si guardano i nomi: Suarez e Huntelaar davanti, Gabri e Davids (tornato all'ovile: nella foto) in mezzo, Rommedahl sulla destra. Stekelenburg in porta. Nel PSV, l'unico di nome è Farfán. Edgar gioca male e perde le staffe. Quelli di Eindhoven riescono a buttar dentro i palloni buoni, gli ajacidi sprecano. Il che spiega perché al piatto dell'Eredivisie dovrà esser trovato uno spazio nella bacheca dei Boeren. Una bacheca sempre più intasata.

12 giugno

1910
La coppa del Centenario

Per festeggiare degnamente il centenario della rivoluzione di maggio e l'avvio del processo che portò il paese all'uscita dal Regno di Spagna, gli argentini organizzano un torneo di calcio. Una sorta di campionato del Sudamerica - e, come tale, piace sempre loro ricordarlo. Ovvio: lo vinsero. Parteciparono, oltre alla Celeste, le rappresentative di Uruguay e Cile; naturalmente il match decisivo per aggiudicare la Copa Centenario Revolución de Mayo vide affrontarsi, all'Estadio Gimnasia y Esgrima de Buenos Aires, le compagini rioplatensi, che avevano duramente randellato i poveri cileni, alle loro primissime esperienze pedatorie. Finì quattro a uno, nel tripudio della cancha. Juan Henrique Hayes, figlio di immigrati inglesi e stella del Rosario Central, fece il terzo gol, e fu il miglior bombardiere della coppa; l'onore degli uruguayani fu salvato da José Miguel Piendibene Ferrari (foto; le sue origini sono facili da indovinare), grandissimo fromboliere del Peñarol.
Tabellino

1927
Pochi applausi per il record di József Takács

Il trasferimento dal Vasas al Ferencváros ha messo di buon umore József Takács, e ben se n'è accorto chi ha trascorso il pomeriggio all'Üllői út. D'accordo, era una partita amichevole, ma è anche vero che lui - un autentico sfondareti - non è mai stato particolarmente brillante con la maglia dei Magyarok. Si ricordano ancora le partite giocate qui contro la Spagna e contro l'Austria; non vedeva né la palla né la porta. Oggi la musica è cambiata. Una prestazione memorabile, e il suo bottino costituisce un record che difficilmente sarà battuto: sei palloni messi alle spalle del famosissimo Maurice Cottonet, portiere del Cannes e della nazionale di Francia. Non si spiega, perciò, perché sia stato così breve l'applauso che il pubblico gli ha tributato quando, a tre minuti dalla fine, ha lasciato il campo e il posto a un compagno. "Sei gol? Solo? E chi ha segnato gli altri sette?".
Tabellino | Profilo (e statistiche) di Takács


1960
La coppa dei Libertadores

L'anno in cui - nel nome di Simón Bolívar, Francisco de Miranda, Antonio José de Sucre y Alcalá, Bernardo O'Higgins Riquelme, José Gaspar Rodríguez de Francia y Velasco, José Francisco de San Martín y Matorras, Manuel José Joaquín del Sagrado Corazón de Jesús Belgrano y Peri, e soprattutto di José Gervasio Artigas, José Fructuoso Rivera y Toscana nonché (ma certo) di Giuseppe Garibaldi (questa la formazione titolare dei Libertadores) - venne istituita e poi giocata la prima Copa ufficiale, l'ultima contesa (con gare di andata e ritorno) fu tra il Pinerolo di Montevideo e l'Olimpia di Asunción. Il primo match si disputò al Centenario; un solo gol fu realizzato - quello che decise la partita e la finale -, e portò la firma di Alberto Spencer (foto), "un ecuadoriano que con el tiempo se transformò en leyenda". E leggendari saranno, senza ombra di dubbio, i 1960s del Peñarol.
Tabellino


2014
Copacabana

Il sole deve ancora sorgere, dalle persiane filtra una luce abbastanza incerta, ha fatto molto caldo stanotte e - se potessi - dormirei per altre due ore, o anche tre. Ma squilla il telefono.
"Prontooooo", il solito urlo del solito amico. In sottofondo musica sudamericana.
"Indovina dove sono!"
E come faccio a saperlo.
"Va beh poi ti mando una foto".
Ovunque lui sia, la linea per fortuna cade. Provo a riprendere sonno, ma ormai la giornata entra nel vivo. Infatti ecco che si accende la radio. Si accende da sé, seguo le rassegne stampa. Distrattamente, però. A un certo punto, mi accorgo che si parla solo del Brasile. Brasile? Ecco cos'era quella musica: un samba! Oddio. Al via la festa del calcio, è il giorno dei mondiali, titolerebbe il più progressista dei nostri quotidiani in prima (e a piena) pagina.  Momento atteso da 200 milioni di persone. Caspita.
Squilla di nuovo il telefono. E' la moglie del mio amico.
"Ovunque lui sia, con me ha chiuso".
Non sarebbe la prima volta, commento.
Più tardi, acceso il computer, trovo una sua mail con file allegato. Una bella foto. La tengo qui, per ricordo.


  • Vedi anche le partite del 12 giugno in Cineteca