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14 febbraio

1932
Geopolitica ed esperimenti

L'Italia non aveva mai giocato a Napoli, ed è accolta con fazzoletti bianchi, botti e calorosissimo entusiasmo. Tutto pari alle attese. Si incontra la Svizzera, per la Coppa Internazionale. Pozzo fa esperimenti geopolitici, e ne schiera tre del Ciuccio: Colombari, Vojak (primo gettone) e Sallustro, l'idolo partenopeo. Partita troppo semplice: tre a zero, ma i napoletani restano a secco. Si porta a casa il pallone Francisco Fedullo (foto), uruguayano, naturalizzato, interno del Bologna. Monsù Poss è stizzito dall'eccessiva arrendevolezza elvetica.
Cineteca



1962
Il Cabezón

Coppa dei campioni, quarti di finale: gara di andata a Torino. Juventus-Real Madrid, e Comunale stracolmo. Si festeggia Omar Sivori, che esibisce il pallone d'oro (foto). Di Stefano perde i capelli ma non il vizio del gol, e timbra l'uno a zero. Il match è tuttavia ricordato per l'improvviso scatto di Sivori, a gioco fermo, in direzione di Enrique Pérez Díaz «Pachin», conclusa con tremenda incornata. L'arbitro non vede, o - impietosito - finge di non vedere. "Il Real Madrid non è più la squadra di una volta", sentenzia Monsù Poss.
Cineteca


1973
Due centenari

Cosa fa la Scottish Football Association per festeggiare il proprio centesimo compleanno? Organizza una festa ad Hampden Park. Ospiti d'onore: Inghilterra e Brasile. Il Brazil verrà solo a giugno, l'Inghilterra è puntuale. Tra l'altro, è festa anche per Bobby Moore: centesimo cap. Willie Ormond (foto) invece esordisce sulla panca scozzese. In quell'atmosfera festosa e innevata, gli inglesi maramaldeggiano, alimentando le proprie illusioni. Cinque a zero. Nelle case di Glasgow le luci si spengono prima del solito.


2002
Ciao Nándor

Si spegne, a Budapest, Nándor Hidegkuti. E' fra i pochi pedatori il cui nome sia diventato spiccia allusione al modo di interpretare un ruolo. Quanti centravanti "alla Hidegkuti", dopo Hidegkuti! Il primo falso nueve nella storia del pallone. Era il vero metronomo dell'Aranycsapat. "Tactically, he ran the best team in the world of his time; a great footballer, and a charming and cultivated man" (Rogan Taylor). Ora il suo nome è anche quello dello stadio di Budapest dove gioca l'MTK.


31 gennaio

1915
Il giorno dei fratelli Cevenini

Aldo e Luigi (nella foto), entrambi del Football Club Internazionale Milano, giocano insieme per un'unica volta in maglia azzurra. Luigi è all'esordio, Aldo ai saluti - la nazionale italiana tornerà al calcio solo nel 1920. La partita è in programma allo Stadium di Torino, avveniristico ma per l'occasione semi-deserto. Test-match gelido contro la Svizzera, l'arbitro è un genoano, componente della commissione tecnica italiana. Agevole tre a uno. Il tabellino è uno stato di famiglia: due gol Luigi, uno Aldo.
Tabellino

1932
La fretta di Peppino

Serie A, 18ma giornata. Il Casale si reca all'Arena con l'animo leggero di chi galleggia nelle placide acque del centroclassifica. L'Ambrosiana, invece, ha parecchio terreno da recuperare rispetto a Juve e Bologna, e ambizioni quasi ridimensionate. Meazza, pur rinvigorito da due settimane di vita sana sui monti, non è in condizioni brillanti, ma sgomma e infierisce. Tripletta nel primo tempo, poi cala: malinconico pomeriggio per il portiere dei nerostellati, Vincenzo Provera (foto).


1944 
Dallo scudetto ad Auschwitz

"Mi sembra si chiamasse Weisz, era molto bravo ma anche ebreo e chi sa come è finito" (Enzo Biagi). L'allenatore pluriscudettato dell'Ambrosiana-Inter e del Bologna finisce i suoi giorni ad Auschwitz; muore della morte di cui lì si era soliti morire. Morte e oblìo; solo di recente, e giustamente, ci si è ricordati di lui. Era ungherese, di Solt: "sapeva e capiva di calcio come pochi" (Gianni Brera).
Profilo | Il libro di Marani 



1954
Il capitano olimpico

Si spegne, a Ealing, Vivian Woodward. Chi era? Semplicemente il capitano del football team britannico alle Olimpiadi del 1908 e del 1912. Le due sole competizioni internazionali (escludiamo ovviamente dal novero la British Championship) che gli inglesi potevano rivendicare prima del '66. Giocò nel Chelsea e nel Tottenham, ma con la casacca albionica fece davvero parecchi gol. Così tanti, che si dovette aspettare l'epoca di Lofthouse e di Finney per espungere il suo nome dagli albi statistici correnti.


1965
Oronzo ammutolisce HH

Il Mago porta la truppa in gita in Puglia, e Oronzo Pugliese (nella foto) imbandisce un'accoglienza festosa. Non è solo folklore, al Zaccaria. I bravi mercenari veneti e toscani reclutati dal Foggia fanno vedere i sorci verdi ai bauscia. Abbuffata di gol nel secondo tempo, l'Inter perde e va a meno sette dal Milan. Campionato in archivio, si pensava. Però ci sono ancora quindici partite in cartellone, il thriller è solo alle battute iniziali.
Tabellino


1987
Lineker cortó tres orejas

La stampa catalana inorgoglisce, il Barça ha insegnato calcio alla scolaresca madridista. La stagione di Gary Lineker (foto), la prima in blaugrana, ne conferma le abilità di gran scorer: insacca due palloni all'inizio del primo e un altro all'alba del secondo tempo. Poi Valdano e Hugo Sanchez mettono un po' di zucchero sul risultato. Tre a due, barcellonisti a più tre in classifica. "Victoria epica" (Mundo Deportivo) e illusori progetti di fuga.

29 gennaio

1887
Un inquieto pioniere

A Madrid nasce Julián Ruete Muniesa. E' tra le figure più significative della protostoria calcistica di Spagna. Gioca nel Real - dove ha pure incarichi societari - ma poi anche nell'Atlético, allora succursale dell'omonimo club basco. Anzi, diventa il presidente dell'Atlético. Inoltre, gli piace fare l'arbitro. Infine, trova il tempo di essere per qualche partita selezionatore della Spagna. Post scriptum: finirà i suoi giorni a Barcellona.
Profilo


1932
L'erede designato

Nasce a Barnsley, e si chiamava Thomas Taylor. Passati i vent'anni, lo prende Busby, e rapidamente diventa uno dei più promettenti fra i Babes. Attaccante abilissimo nel gioco aereo, segna parecchio, per il club e nella nazionale inglese. Lo reputano possibile e degno erede di Nat Lofthouse. Il destino gli nega una carriera luminosa, a Monaco, il 6 febbraio 1958.




1950
Perla del Marocco

La Priméra Divisiòn entra nella fase decisiva. Le squadre sono solo quattrodici. Il Real conduce, ma sono tutte lì - escluso il Barça, attardato. L'Atlético di Madrid e l'Athletic di Bilbao si disputano una candidatura. Finisce in goleada memorabile: sei a sei. Ma i baschi si mangiano il berretto, perché a sei minuti dalla fine vincevano sei a tre. La carica dei colchoneros è suonata da Larbi Benbarek (nella foto), detto 'Perla nera', arrivato da Casablanca due anni prima.
Tabellino | Ben Barek: profilo



1964
Fracaso milanista

Coppa dei Campioni, andata dei quarti, il Milan annega al Bernabéu e virtualmente abdica. Cesarone Maldini si fa male a partita iniziata da poco. Attratti dall'odore del sangue, vanno a nozze tutti i satanassi (Puskas, Di Stéfano, Gento), uno dopo l'altro, introdotti dal nuovo idolo madridista,  Amancio Amaro Varela (nella foto). Il Real sogna di tornare al vertice; ma in finale troverà la parentela rossonera, e l'ambìta coppa resterà a Milano anche per quella stagione.


1985
Platonico bottino

Dopo la finale di Berna del '54, Ungheria e Germania non si erano più incontrate in competizioni ufficiali. Solo in partite amichevoli, di sempre minore prestigio con l'andare degli anni. Curiosamente, negli ultimi trenta, la nazionale ospitante non ha mai vinto. Così accadde ad Amburgo il 29 gennaio 1985: Volksparstadion semideserto, paperona del portiere teudisco (Ulrich Stein - nella foto -, per la prima volta tra i pali dal calcio d'inizio) e gli ungheresi tornano a casa per esibire il platonico bottino.


2011
L'asiatica

L'egemonia calcistica del Giappone sul continente asiatico è quasi inscalfibile. Anche quando la competizione, per far numero, è aperta a nazionali di altri continenti. L'Australia, zeppa di pedatori della Premier League, arriva sino alla finale. Soccombe solo nei supplementari, e segna un coreano naturalizzato - Tadanari Lee, alias Lee Chung-Sung (foto) -, poi scritturato dal Southampton, nel quale milita senza infamia e senza lode.

5 gennaio

1932
Il centre-back di Matt Busby

William Bill Foulkes nasce il 5 gennaio 1932 a St Helen, nel Merseyside. Fu il centre-back dello United per quasi un ventennio, a partire dal 1952. Tra i sopravvissuti alla tragedia di Monaco, visse da protagonista l'intera epopea dei Busby Babes. Solo Ryan Giggs e Bobby Charlton lo superano per numero di recite nel Teatro dei sogni. Ignorato da Winterbottom e da Alf Ramsey, vanta una sola presenza con la nazionale inglese. D'accordo, c'era Bobby Moore, ma vai a sapere.
Profilo


1966
Per fortuna mancavano i fuoriclasse

Certo, lo stentato pareggio dei Leoni a Goodison Park contro la modesta Polonia  (erano sotto, e ha dovuto pensarci Bobby Moore - foto -, uno che non segna tutti i santi giorni, e con la sua nazionale non l'aveva mai fatto) può anche essere un caso. Senza Bobby Charlton e Jimmy Greaves questi, là davanti, non cavano un ragno dal buco. Ruminano il loro noiosissimo football, privo di ispirazione e fantasia. Anzi. Non fosse proprio perché mancavano quei due, ci sarebbe da dubitare sulle loro chance alla Coppa Rimet. Anche se giocheranno in casa. E questo può far drizzare le orecchie agli altri undici che parteciperanno alla festa. Soprattutto al nostro, come dice Ezione De Cesari, mandato dal Corriere dello Sport  a visionare gli albionici. In fondo l'Inghilterra, dice l'inviato, gioca come la Rometta di Pugliese, ha i medesimi difetti: davanti a un bel catenaccio, si innervosisce e batte in testa. Quindi? "Suvvia, se questa è l'Inghilterra che deve vincere i prossimi campionati del mondo (ormai lo dicono tutti, non si parla più neanche del Brasile), ebbene, non fasciamoci la testa prima di rompercela, anche la criticatissima Italietta di Fabbri può venire a Londra e fare la sua bella figura nella rassegna di luglio". Ipse dixit.
Tabellino | Highlights

1969
Arbitrare l'Italia

Come se la caverà? Riuscirà a sopravvivere? Ha una certa età. Il pubblico non gli perdonerà il minimo errore. C'è sete di rivincita. Il fisico però è prestante. Si allena regolarmente. Sarà imbarazzato, questo sì. "Vi giuro", dice, "dimenticherò che una delle due squadre è l'Italia. Vi giuro che per me sarà una qualsiasi partita internazionale". Beh, non è che ne abbia dirette moltissime. Qualcuna, sì, è vero. Speriamo che se la cavi. Seconda partita di acclimatazione per gli azzurri all'Azteca, la prima (giocata a Capodanno) è andata bene ma l'arbitro si è preso insulti, cuscini, carta e quant'altro. Va beh, certo, aveva annullato un gol ai messicani, pur essendo messicano. Magari oggi lui, italiano, annullerà un gol agli italiani. Occhio per occhio, dente per dente. L'importante è che non vada in crisi respiratoria, che non sia necessaria la bombola d'ossigeno, a quarantacinque anni correre in altura è un problema. Morale della favola: la partita è interessante, ma l'attrazione (per noi italiani) è lui, Antonio Sbardella (foto, con Facchetti e González). Com'è andata? Beh, a salvare i nostri ci ha pensato Bertini con un tiraccio all'89°, anche se Sbardella un rigorino ai messicani poteva assegnarlo ...


20 marzo

1932
Vinti ma non domi

Così commentava, Vittorio Pozzo, la sconfitta patita dai suoi al Praterstadion, nella sfida di Coppa Internazionale contro il Wunderteam. Già: un match assolutamente di vertice, tra due grandi compagini. A evocarne la dimensione basterà un'occhiata al tabellino: Sindelar, Sindelar (foto), Meazza. Partita durissima. "Le poche o tante scorrettezze che avvennero in campo non ebbero mai origine né esecutori italiani", chiosò Pozzo; qualche dubbio, onestamente, rimane.
Cineteca




1990 
Il ragno nero

Si spegne, a Mosca, Lev Ivanovič Jašin. Per vent'anni fu il portiere della Dinamo Mosca, per tredici della nazionale sovietica. Considerato il più grande di sempre nel suo ruolo, e l'unico che ebbe il pallone d'oro. Trovava quadrifogli vicino alla porta, quando parava un calcio di rigore. "Giocate a pallone, ma non per diventare professionisti, non per diventare ricchi, ma per fare dello sport".




  • Vedi anche le partite del 20 marzo in Cineteca