5 gennaio

1932
Il centre-back di Matt Busby

William Bill Foulkes nasce il 5 gennaio 1932 a St Helen, nel Merseyside. Fu il centre-back dello United per quasi un ventennio, a partire dal 1952. Tra i sopravvissuti alla tragedia di Monaco, visse da protagonista l'intera epopea dei Busby Babes. Solo Ryan Giggs e Bobby Charlton lo superano per numero di recite nel Teatro dei sogni. Ignorato da Winterbottom e da Alf Ramsey, vanta una sola presenza con la nazionale inglese. D'accordo, c'era Bobby Moore, ma vai a sapere.
Profilo


1966
Per fortuna mancavano i fuoriclasse

Certo, lo stentato pareggio dei Leoni a Goodison Park contro la modesta Polonia  (erano sotto, e ha dovuto pensarci Bobby Moore - foto -, uno che non segna tutti i santi giorni, e con la sua nazionale non l'aveva mai fatto) può anche essere un caso. Senza Bobby Charlton e Jimmy Greaves questi, là davanti, non cavano un ragno dal buco. Ruminano il loro noiosissimo football, privo di ispirazione e fantasia. Anzi. Non fosse proprio perché mancavano quei due, ci sarebbe da dubitare sulle loro chance alla Coppa Rimet. Anche se giocheranno in casa. E questo può far drizzare le orecchie agli altri undici che parteciperanno alla festa. Soprattutto al nostro, come dice Ezione De Cesari, mandato dal Corriere dello Sport  a visionare gli albionici. In fondo l'Inghilterra, dice l'inviato, gioca come la Rometta di Pugliese, ha i medesimi difetti: davanti a un bel catenaccio, si innervosisce e batte in testa. Quindi? "Suvvia, se questa è l'Inghilterra che deve vincere i prossimi campionati del mondo (ormai lo dicono tutti, non si parla più neanche del Brasile), ebbene, non fasciamoci la testa prima di rompercela, anche la criticatissima Italietta di Fabbri può venire a Londra e fare la sua bella figura nella rassegna di luglio". Ipse dixit.
Tabellino | Highlights

1969
Arbitrare l'Italia

Come se la caverà? Riuscirà a sopravvivere? Ha una certa età. Il pubblico non gli perdonerà il minimo errore. C'è sete di rivincita. Il fisico però è prestante. Si allena regolarmente. Sarà imbarazzato, questo sì. "Vi giuro", dice, "dimenticherò che una delle due squadre è l'Italia. Vi giuro che per me sarà una qualsiasi partita internazionale". Beh, non è che ne abbia dirette moltissime. Qualcuna, sì, è vero. Speriamo che se la cavi. Seconda partita di acclimatazione per gli azzurri all'Azteca, la prima (giocata a Capodanno) è andata bene ma l'arbitro si è preso insulti, cuscini, carta e quant'altro. Va beh, certo, aveva annullato un gol ai messicani, pur essendo messicano. Magari oggi lui, italiano, annullerà un gol agli italiani. Occhio per occhio, dente per dente. L'importante è che non vada in crisi respiratoria, che non sia necessaria la bombola d'ossigeno, a quarantacinque anni correre in altura è un problema. Morale della favola: la partita è interessante, ma l'attrazione (per noi italiani) è lui, Antonio Sbardella (foto, con Facchetti e González). Com'è andata? Beh, a salvare i nostri ci ha pensato Bertini con un tiraccio all'89°, anche se Sbardella un rigorino ai messicani poteva assegnarlo ...