La spalla di Meazza
Nasce, a Buenos Aires, Atilio José Demaría. E' forse il meno famoso dei grandi oriundi reclutati dai club italiani e poi messi a disposizione di Monsù Poss. Così, cresciuto nell'Estudiantil Porteño e passato all'Ambrosiana, gli capitò di giocare spiccioli di partita nei mondiali del '30 e del '34 con due diverse casacche. L'intesa con Meazza era ottima, il suo sinistro preciso e micidiale; insieme, vinsero parecchio. La nostalgia della Pampa, ogni tanto, lo riportava a casa. Ma tornava sempre.
Profilo
Il castiga-magiari
Si spegne, a Vienna, Ferdinand Wessely. Fu grande (anzi: piccola e sgusciante) ala sinistra del Rapid Vienna nei 1920s, e visse gli anni in cui il Wunderteam stava fiorendo sotto la guida di Meisl e la stella di Sindelar. Nella rappresentativa austriaca disputò quaranta partite, segnando diciotto gol; ottima performance. In particolare, 'vedeva' bene la porta quando in campo c'era l'Ungheria: ne fece nove, ben distribuiti in dodici sfide tra il 1922 e il 1929; memorabile, sicuramente, quello del 6 maggio 1928, a Budapest, che all'ultimo istante fissò uno spettacolare 5:5.
1980
Divergenze di opinioni
Eh sì, al Mestalla è stata davvero una bella, una grande partita. Valencia contro Barcelona, Coppa delle coppe, ritorno dei quarti di finale. L'allenatore dei blaugrana non è convinto di avere meritato sconfitta ed eliminazione, e gli avversari non gli sono piaciuti granché. Assicura che, la prossima volta, il risultato sarà diverso, "dimostreremo di essere superiori". L'allenatore dei valenciani risponde per le rime: "Suppongo che ciascuno veda le cose a modo suo. Lui ha la sua opinione, io la mia". Sono nati tutti e due a Baires, ma le loro squadre sono sempre state rivali. Helenio Herrera e Alfredo Di Stéfano.
- Vedi anche le partite del 19 marzo in Cineteca