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Vinti ma non domi
Così commentava, Vittorio Pozzo, la sconfitta patita dai suoi al Praterstadion, nella sfida di Coppa Internazionale contro il Wunderteam. Già: un match assolutamente di vertice, tra due grandi compagini. A evocarne la dimensione basterà un'occhiata al tabellino: Sindelar, Sindelar (foto), Meazza. Partita durissima. "Le poche o tante scorrettezze che avvennero in campo non ebbero mai origine né esecutori italiani", chiosò Pozzo; qualche dubbio, onestamente, rimane.
Cineteca
Il ragno nero
Si spegne, a Mosca, Lev Ivanovič Jašin. Per vent'anni fu il portiere della Dinamo Mosca, per tredici della nazionale sovietica. Considerato il più grande di sempre nel suo ruolo, e l'unico che ebbe il pallone d'oro. Trovava quadrifogli vicino alla porta, quando parava un calcio di rigore. "Giocate a pallone, ma non per diventare professionisti, non per diventare ricchi, ma per fare dello sport".
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