Anche gli inglesi hanno un portiere
Solo gli inglesi ricordano (se non hanno rimosso) che l'avvio di Alf Ramsey in panca fu disastroso. Una memorabile disfatta a Parigi - in un Parco dei Principi mezzo vuoto, a testimoniare la pochezza di un football senza campioni e grandi club (conclusasi l'epopea remoise, di Fontaine e di Kopa). La seconda uscita va ancora peggio: a Wembley arriva la Scozia, per l'ultimo e decisivo match del torneo insulare 1962-63. L'Inghilterra perde la partita e il campionato, ma non la pazienza. Perlomeno, finalmente, c'era un portiere. Eccolo nella foto d'ordinanza, tra Bobby Smith (alla sua destra) e Maurice Norman (alla sua sinistra). Difendeva i pali del Leicester City FC; esordiva a 26 anni non ancora compiuti, abbastanza pochi per un portiere. Forse gli inglesi non lo sapevano ancora, ma tra i pali sarà il più grande goalkeeper della loro infinita storia: Gordon Banks.
Il congedo degli immortali
La stagione del Milan era iniziata male. Il ritorno in panca di Arrigo, a dicembre, non porta risultati. E così, quando alla nona del girone di ritorno a San Siro si presenta la Juve, il distacco in classifica è già abissale. Si assiste all'epica resa dell'undici retto e capitanato da Franco Baresi, ormai tramontato, scherzato in dribbling da Bobo Vieri: uno che, negli anni migliori, avrebbe disinnescato con irridente facilità."Uno storico e umiliante 6-1", occhiella la rosea in prima pagina. Storico, sì, perché consegnava definitivamente alle tabulae eupalliche il primo ciclo del Milan nell'era berlusconica.
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