El primer Clásico
Per l'incoronazione di Alfonso XIII si organizza nel Regno di Spagna una competizione futbolística, la Copa de la Coronación, che ai fini statistici non sarà mai riconosciuta dalla Federación. La sua importanza storica è però innegabile: se non altro perché una delle due semifinali, in cartellone all'Hipódromo de la Castellana, mise di fronte per la prima volta il (Real) Madrid e il Barcelona (foto). I catalani schierano diversi stranieri - tra i quali Hans Gamper -, e su di loro piovono dalle tribune fischi di disapprovazione. Ma esibiscono un'evidente superiorità, vincono tre a uno e si apprestano a giocare la finale nel pomeriggio contro una selezione di baschi, che li bastonerà.
Storia della competizione e tabellini
1933
L'impatto con gli inglesi
Ci avevano snobbati per ventitré anni, dice Gioanncarlofubrera, ma stavolta si degnano e vengono a Roma per una sgambata sul prato dello Stadio Nazionale. Portano con sé anche il loro nuovo sistema di gioco, il cosiddetto WM inventato da Chapman. Nonostante l'inferiority complex di Monsù Poss nei confronti dei maestri, il match finisce pari, con Meazza che si regge a malapena per via di un guaio alla caviglia. I critici nostrani "si inchinarono al vigore degli inglesi ma considerarono grossolano il loro batter palla mazzolando via alla brava"; in realtà giocavano con precisione proporzionale al ritmo (molto elevato nel primo tempo, assai blando nella ripresa), ed è probabile che i nostri fossero più abituati di loro alla calura tardo-primaverile. A ogni modo, un pareggio salutato con entusiasmo, e ritenuto buon viatico per la coppa del mondo, ormai alle porte.
1959
Ritornello madridista
Tabellino | HighlightsRitornello madridista
Semifinale di Coppa dei campioni, derbi madrileño; l'andata in casa del Real finisce 2:1 in rimonta (perfezionata da Puskás); nel ritorno all'Estadio Metropolitano un golletto di Enrique Collar Monterrubio (leggenda dei Colchoneros: foto) pareggiò i conti. L'ordalia ebbe luogo al Romareda di Saragozza, e la sequenza delle reti è come il refrain di una supremazia, che agli avversari concedeva di aprire parentesi ma mai di chiudere il discorso: Di Stéfano (Collar Monterrubio) Puskás.
Nell'ultimo match utile a definire la rosa che dovrà volare in Cile per difendere il blasone italiano nella rovente kermesse mondiale, gli azzurri fanno un bagno di folla a Bruxelles. Entusiasmo degli immigrati, e vittoria comoda (3 a 1) con doppietta di Altafini, che recita a soggetto. La critica è tuttavia maligna. Anche nei confronti dell'atteso e già contestato (e non ancora ventenne) esordiente: Gianni Rivera. Manca un paio di occasioni all'inizio, è a disagio. Chiaro che, tra lui e Sivori, almeno uno è di troppo. A detta di taluni, lo sarebbero entrambi.