23 maggio

1968
L'odore del Mare del Nord

La sequenza è cominciata. Anzi, continua. Dopo anni difficili: scudetti gettati, girandole di allenatori. Squadra da rifondare. Alcuni satanassi se ne sono andati o hanno smesso - Ghezzi, Altafini, Sani, Maldini; è tornato Rocco e ha imbottito la squadra di gente vicina alla pensione. Coppa Italia nel '67, tricolore - con dominio assoluto e largo anticipo - nella primavera del '68. Il cammino in Coppa delle coppe è però ostacolato da nugoli di tedeschi: il Bayern in semifinale, l'Amburgo in finale. Si va a Rotterdam, ed è una rotta che piace a Kurt Hamrin (foto), il più terribile dei vecchietti rossoneri. Dev'essere l'odore del mare che arriva sino al 'de Kuip' a metterlo di buonumore. Doppietta in meno di venti minuti, agilmente difesa nei restanti settanta. Finita la stagione dell'Inter, ricomincia quella del Milan.

1980
Londonderry Air

L'epoca delle ricorrenze secolari sta entrando nel vivo. Quest'anno, per esempio, si celebra il centenario della Irish Football Association, e la Green and White Army sta facendo bella figura nella British Championship (da quando è tornato Billy Bingham, le cose vanno bene, la qualificazione al mondiale di Spagna è possibile). Oggi si va a Cardiff, e se si vince, si vince matematicamente il trofeo. E' successo davvero poche volte. In effetti, si vince, e facciano quel che gli pare domani gli inglesi a Hampden Park. Noi siamo qui che cantiamo A Londonderry Air. E al coro si è unito anche Noel Brotherston (foto), sì è lui che segnato il gol decisivo (e che gol), poco importa di quel che gli diranno quando tornerà a Blackburn, sentite che voce! "Would God I were the tender apple blossom / That floats and falls from off the twisted bough / To lie and faint within your silken bosom / Within your silken bosom as that does now".
Tabellino | Il gol di Brotherston


1995
L'emancipatore del calcio sovietico

Si spegne, a Mosca, Gavriil Dmitrevič Kačalin. Nella storia del calcio sovietico, prima ancora di Lobanovski, il suo nome campeggia imperioso: fu lui, infatti, a guidare la rappresentativa delle repubbliche socialiste al vertice del calcio mondiale. Accadde nel favoloso scorcio dei 1950s: oro olimpico a Melbourne (1956), e soprattutto titolo europeo nel 1960. Con molti, onorifici titoli, il Cremlino manifestò la sua riconoscenza nei confronti del generale che aveva piegato, a Parigi, l'odiata Jugoslavia di Tito. 

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