27 giugno

1954
Alla discoteca del Wankdorf

Novanta minuti di gol e botte da orbi. Finisce in rissa, come all'uscita da una discoteca. Alla discoteca del Wankdorf, i magiari hanno portato la loro musica e alcuni buttafuori; i brasiliani  sono annebbiati dalle molte vendette che vorrebbero consumare, sono depressi e arrabbiati, e ancora una volta senza spartito cantano e picchiano ciascuno per conto suo. E dunque vengono cacciati brutalmente, come fossero bulli di periferia venuti per molestare fanciulle. Hanno trovato pane per i loro denti. Per dire: Puskás non ha giocato (i tedeschi l'avevano conciato per bene), ma non è uno cui piace starsene in disparte a guardare gli altri ballare. E' per questo che, prima che arrivasse la polizia, ha spaccato una bottiglia in testa a Pinheiro. In sua absentia, Hidegkuti e Kocsis si sono presi la ribalta, e com'è noto sono anche loro tipi da prendere con le molle. Alla prossima festa organizzata dall'Aranycsapat, stando a quel che si dice, dovrebbe far capolino una terribile banda di Montevideo: la Celeste. Il loro boss, Obdulio Varela, è acciaccato, ma una cosa è sicura: non perdetevi lo spettacolo.
Cineteca

1965
L'esordio oscurato di Gigi Riva

Lo sapevo, l'Italia gioca in Ungheria - una super, super-classica del football europeo -, e cosa fanno gli austriaci? Bloccano la trasmissione delle immagini. Spengono i loro impianti. Ci avrei scommesso! Niente partita ma tengo accesa la tivù, non si sa mai. Peccato, però. Vorrei godermi il momento in cui Gigi Riva sostituisce Pascutti, che s'è fatto male dopo pochi minuti di gioco. Riva esordisce dunque in quell'autentico santuario che è il Népstadion, mezzo vuoto per l'occasione. Gli ungheresi, chissà perché, lo ritengono troppo piccolo; Monsù Poss ha preso informazioni: ci stanno lavorando, a breve conterrà duecentomila spettatori. Mah.
Dicevo di Riva. Pare stia giocando bene. Energico. Dinamico. Si capisce che è molto più forte di Pascutti. Chiaro: se andiamo in Inghilterra, il titolare dev'essere lui. Titolare fisso, anche se non gioca nel Bologna.
Oh ecco, finalmente ci si ricollega. Toh, a Budapest piove. Li vedo, rientrano in campo. Lodetti ha sostituito Rivera. Pazienza. Godiamoci almeno il secondo tempo.


1984
Viva la cara vecchia zia Francia

Metti in conto: il fallo non c'era. Frutto di pura immaginazione arbitrale, Bellone arrancava ed è scivolato. Scrivi anche che il povero Arconada ha preso una topica colossale, l'effetto era velenoso ma non si trattava certo di una patata bollente. La terza cosa che devi ricordare è altrettanto importante: Camacho ha cancellato dal campo Platini, come fosse un pisquano qualsiasi. E prendi nota pure di questo: il pallone inzuccato da Santillana sullo zero a zero forse aveva superato la linea. Dunque nessuno si stupirà nel sapere che anche i francesi hanno fischiato i francesi. Capita di frequente, nelle partite importanti, è vero. "Il tono tecnico-stilistico dell'incontro non era affatto degno di una finale europea ma, a ragion veduta, così doveva finire. La Francia doveva vincere, a furor di pronostici, e puntualmente ha vinto. Viva la cara vecchia zia Francia. Giorno verrà che giocherà anche un bel calcio. Per ora, si accontenti di essere campione così come noi ci accontentiamo di tornare a casa" (Gianni Brera). E così sia.
Cineteca

2010
Quel confine incerto e conteso

E' soprattutto quando incoccia la parte interna della traversa che la sfera assume traiettorie bizzarre. La potenza e l'effetto del tiro, la stessa forma della barra (tonda o spigolosa) definiscono varianti che nessuno ha provato a misurare, ma poi la sostanza non cambia. Finisce sempre - il pallone - per toccar terra in una zona grigia, un'area di confine incerto e conteso. Una zolla dalle dimensioni insignificanti, la cui identificazione può decidere l'esito della partita. Ciuffi d'erba, terra e gesso schiacciati, e la palla risale con un nuovo rimbalzo - inclinato o verticale - in mezzo a uomini che alzano le braccia e si voltano a cercare lo sguardo di colui che deve dirimere in un istante l'imprevedibile controversia. E' gol! No, non è gol! Pressato da istanze contrarie, il giudice prende quasi sempre la decisione sbagliata. E' la fallibilità della giustizia umana. Non era gol, quello di Hurst a Wembley; era gol, quello di Lampard al Free State. Il primo fu assegnato, il secondo no. "England leave the World Cup and should take up immediate residence in a museum of football history" (Kevin MacKarra, The Guardian). Commento malevolo, perché Lampard aveva segnato il gol del due a due. Chissà come sarebbe finita, con un altro arbitro, su un altro campo, senza conti da regolare con il passato di una partita rimasta negli occhi del mondo. Tante rivincite si era già regalata la Germania, mai più battuta dai Leoni in un match davvero importante. Ora, tuttavia, il debito è saldato, e l'eterna sfida può ricominciare. Purtroppo per gli inglesi: "the World Cup is every 4 years, so it's going to be a perennial problem", come ha sentenziato l'ultimo grande footballer albionico, Gary Lineker.


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