12 luglio

1966
I pensieri di Georgi Naydenov

Sono le 19.45, ora di Goodison Park. Chi batterà il calcio di punizione? Ovvio. Dove finirà il pallone? Altrettanto ovvio. Tira Pelé. Georgi Naydenov, portiere della Bulgaria, pensa che arriverà qualcosa di morbido, probabilmente una traiettoria lenta, alta, angolata, che teme di non vedere e sospetta di non poter intercettare. Per questo mette solo quattro uomini in barriera, vuole capire sin dal primo istante quale sarà la direzione della sfera, calcolarne potenza e giro. Peccato che Pelé gli abbia letto nel pensiero, e decida di prenderlo in contropiede. Dal suo destro parte una bordata bassa e centrale (foto). Naydenov, goffo dall'indignazione, non trattiene. Uno a zero. Sono le 21, ora di Goodison Park. Chi batterà il calcio di punizione? Non c'è dubbio. Dove finirà il pallone? "Eh eh eh", pensa Naydenov. Infatti non lo tira Pelé ma Garrincha. E il missile di Garrincha finisce dritto all'incrocio. La prima partita del Brasile è tutta qui. Anzi, il mondiale inglese del Brasile è tutto qui. E anche quello di Georgi Naydenov.
Cineteca

1990
João Sem-Medo

Si spegne, a Roma - dov'è venuto per seguire e commentare il campionato del mondo - João Alves Jobin Saldanha. E' stato uno dei personaggi più controversi nella storia del futebol brasiliano. Fu chiamato a costruire l'XI che avrebbe dovuto riscattare il fallimento del '66 e conquistare definitivamente la Coppa Rimet: un comunista dichiarato alla guida della Seleçao sotto la giunta militare e fascista di Emilio Medici Garrastazu. Comunica con due anni di anticipo la lista dei ventidue che andranno a difendere il prestigio calcistico della nazione sugli altipiani del Messico. Vince tutte le partite di qualificazione, inventa la linea offensiva senza centravanti, è un idolo della torcìda. Almeno fino a quando non ha la pessima idea di mettere in discussione Pelé. Insieme al rifiuto di chiamare in squadra uno dei giocatori preferiti dal generale, è la goccia che fa traboccare il vaso. Perde con l'Argentina, la critica e lo spogliatoio sono in subbuglio, il sollevamento dell'incarico solo questione di giorni. "Gli piaceva bersi un drink e poi iniziava a comportarsi in modo un po' stravagante" (Pelé). Sì, era un tipo strano, João Sam-Medo, João l'impavido. Ma se il Brasile sbarcò sulla luna fu anche per merito suo.
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1998
Bella dimostrazione di forza!

Non ho visto la finale; ho spento la tivù appena ho saputo che Ronaldo non avrebbe giocato. Per fortuna non era morto, come alcuni temevano. Sì è vero, è sceso in campo ma era come non ci fosse, e nessuno sa bene cosa sia accaduto.
Ho spento la tivù appena si è saputo che a Ronaldo era accaduto qualcosa, e ho pensato "non è giusto che lui corra il rischio di tirare le cuoia a Parigi e che invece Zidane - dopo quel che ha combinato contro gli arabi - possa sgambettare libero e sano sul prato dello Stade de France, magari segnare qualche gol e poi fare il giro d'onore con la coppa".
Non è vero che ho spento la tivù.
E' vero, però, che non ho guardato la finale. Non si gioca in undici contro dieci una finale di coppa del mondo. Certo, ha vinto la Francia, ça va sans dire. Giocava in casa, in undici contro dieci, bella dimostrazione di forza. Zizou ha segnato due gol, due gol identici, due gol di testa, roba da non credere. Io chiudevo gli occhi mentre stava per segnare e, quando li riaprivo, ogni volta speravo che il gol di cui si trasmetteva la ripetizione al ralenti fosse stato annullato.
Io li avrei annullati tutti e due, anche se non li ho visti. Il terzo no, a cosa sarebbe servito? Oltretutto, non si segna un altro gol a tempo scaduto, quando hai già vinto la finale della coppa del mondo contro il Brasile in dieci uomini, perché il giocatore più forte del mondo e del Brasile non si regge in piedi.
Bella dimostrazione di forza.
E' così che la Francia divenne campione del mondo.
La Francia campione del mondo?
Roba da non credere.

Tratto da Michele Ansani, Lenta può essere l'orbita della sfera
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