Un húngaro catalán
Cadde dal cielo, là dove saliva per colpire il pallone e inguaiare i più grandi portieri. Cadde - o si lanciò? - dal quarto piano di un ospedale, di domenica, a Barcellona, dove era ricoverato. Non aveva ancora cinquant'anni, Sándor Kocsis; probabilmente era comunque spacciato, per il male che aveva. "Cabeza de oro", lo soprannominarono, con poca fantasia, gli spagnoli. Ma è difficile individuare, nella storia del football, uno specialista del gioco aereo migliore di lui. Leggendario cannoniere della Honvéd e dell'Aranycsapat, era a Bilbao quando i sovietici invasero Budapest. Non vi fece più ritorno, come altri suoi compagni. Con lui, sul finire dei 1950s, il Barça trovò quella dimensione internazionale che lo portò a competere con la Casa Blanca. Fu adottato. Un "húngaro catalán" ci ha lasciati, titolò El Mundo Deportivo, sul foglio del lunedì in cui era necessario dare la tragica notizia.
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