19 settembre

1937
L'ultimo giorno felice di Sindelar

Hugo Meisl se n'è andato a febbraio, e negli annali del calcio la sua morte viene fatta coincidere con l'estinzione del Wunderteam. In realtà, l'anno successivo - con l'Anschluss - sarebbe 'morta' anche l'Austria, e l'anno ancora dopo ci sarà la tragica fine del giocatore-simbolo di quell'undici e di quell'epoca, Matthias Sindelar. Date - e dati - noti a tutti. Ma preferiamo scegliere un altro giorno significativo: il 19 settembre 1937, appunto. Siamo al Praterstadion, naturalmente si gioca a pallone. Per la Coppa Internazionale: Austria-Svizzera. Favoriti, i padroni di casa vincono la partita, di misura ma con tanti gol: quattro a tre. Dopo due minuti, Sindelar ha già lasciato il segno. E' questo il momento da ricordare. E' il suo ultimo gol, e lo segna nell'ultima partita che può disputare con quella maglia rappresentando una nazione libera. 
Tabellino

1961
'El Pepe' Sasía

José Francisco Sasía,  nato a Treinta y Tres (Uruguay) guarda caso nel 1933, ha trascorso la carriera attraversando il Rio de la Plata; ha vestito le casacche del Boca, del Defensor, del Peñarol, del Nacional e altre ancora. In particolare, è stato attaccante del Pinerolo fra il 1961 e il 1965. E' sbarcato cioè a Montevideo quando gli Aurinegros erano campioni intercontinentali e del Sudamerica. Lui fu l'uomo del bis. Il trono dei due mondi era conteso quella volta dal Benfica; sconfitta di misura a Lisbona, goleada (cinque a zero) al Centenario. Le bizzarre regole dell'epoca prescrivono lo spareggio, a nessuno importa contare le tacche messe a referto e fare le dovute somme. Dunque si rigioca, ancora al Centenario, a distanza di soli due giorni dalla seconda partita. Il 19 settembre 1961, 'El Pepe' Sasía ingaggia un duello con Eusebio, campione promesso mozambicano-portoghese. Due a uno per lui, per 'El Pepe', la coppa rimane dov'è, da quella notte lui è l'ennesima leggenda uruguayana cui va dedicato un capitolo nel romanzo delle infinite leggende uruguayane, mentre mezza Montevideo saltava per aria ubriaca di gioia.