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Il Professore
L'Ungheria filo-nazista ospita la rappresentativa del Reich, che nel 1939 ha già propagandisticamente giocato un considerevole numero di partite, tutte prive di vero significato agonistico. I magiari sono in giornata di vena, e lo è soprattutto Gyula Abel Zsengellér, implacabile cannoniere dell'Ujpest. Conosce parecchie lingue, perciò lo chiameranno - in Italia, quando verrà a spendere gli ultimi spiccioli di una gloriosa carriera - 'Il Professore', e dunque avrà senz'altro compreso e replicato come si deve ai discorsi dei difensori austro-tedeschi, tant'è che mise a segno una tripletta. Gli capitava spesso, di infierire sugli avversari; o taceva, o era assalito da una formidabile logorrea del gol. Per la cronaca, finì cinque a uno, e si può immaginare quanta fatica nel rapporto alle autorità debba aver sprecato il buon Sepp Herberger per giustificare l'indolenza pedatoria dei suoi.
Tabellino
1958
La dote della Signora
Anche la Juventus può assaggiare la Coppa dei campioni; al Comunale, gremito, ospita gli austriaci del Wiener Sport-Club. Partita facile? Sembra, visto che in capo a due minuti Sivori apre le danze. Ma i bianconeri faticano, cadono migliaia di volte nelle trappole del fuorigioco seminate qua e là dagli avversari, subiscono il pari, poi altre due leziose ma efficaci giocate del Cabezòn restituiscono entusiasmo al pubblico e prospettive al cammino europeo. La critica, tuttavia, non è appagata: né dal risultato, né dal gioco. Monsù Poss fa gli scongiuri - reputa poco rassicuranti i due gol di vantaggio, in vista del retour-match. Suvvia, può la Juve di Boniperti Sivori (foto) e Charles temere una trasferta a Vienna in queste condizioni? Potrà scialacquare la dote costituita da un buon tre a uno? Vedremo, manca solo una settimana.