3 settembre

1933
Checché se ne dica a Vienna ...

"Meazza raccoglie, smorza la palla di sinistro e poi subito di destro calcia fortissimo in rete". Siamo all'Arena Civica, siamo verso la fine del primo tempo, e la sfera colpita da Peppino termina alle spalle di Hans Billich, che è il portiere dell'Austria Vienna. Sono passate da poco le cinque del pomeriggio, la partita si schioda. E' un match importante, la finale di andata della Coppa dell'Europa Centrale. Biglietti carissimi, ma c'è il pienone. E c'è il duello tra due fuoriclasse: Meazza e Sindelar. "Ad ogni modo, chi aveva atteso questa partita per fare un confronto fra i due uomini che son giudicati in campo internazionale i due migliori centro-attaccanti del continente, deve aver provato una delusione profonda. Come giudicare due giuocatori dallo stile addirittura opposto? Quanto v'è in Meazza di astuzia, di virtuosismo, di abilità, in Sindelar è impeto, decisione. Tanto il milanese è scaltro, altrettanto il viennese è cocciuto. Diversa la scuola, diverso il gioco dei suoi migliori esponenti. Ma c'è da giurare ad occhi chiusi che la classe di Meazza sovrasta di molto quella di Sindelar, checché se ne dica a Vienna, dove l'uomo di punta dell'attacco del Wunderteam è considerato il non plus ultra dei campioni" (l'opinione, espressa nel resoconto della partita, è di Luigi Cavallero, giornalista de "La Stampa"). Dunque Peppino schioda e un minuto dopo Levratto raddoppia. Ma poi la musica cambia. "Fu così che l'Austria, in precedenza dominata, risorse, tenne il campo da padrona, segnò il suo goal e sfiorò il pareggio". Quindi il ritorno a Vienna non sarà una passeggiata. Anzi. Checché se ne dica da noi, a Vienna sarà proprio 'Cartavelina' a travolgere le ambizioni nerazzurre con una memorabile tripletta, e il solito acuto di Meazza non basterà ai milanesi per prendere la coppa.
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