6 settembre

2006
E i francesi ci rispettano ...

Squilla il cellulare proprio mentre sto gustando il primo caffé della giornata, ed essendo sovrappensiero la sorsata migliore mi va di traverso. Chi può essere, mi chiedo, ma è una domanda retorica. "Oggi rivincita, e si rivince!". Difatti è lui, e chi poteva essere d'altra parte? Chi rivince, chiedo, e cosa, e dove. "Come cosa, come dove. Sono a Parigi, stasera allo Stade de France c'è la partita di ritorno della finale di coppa del mondo". Ma va là. "Scherzo, su. Comunque è vero, c'è Italia-Francia, anzi Francia-Italia e io sono davvero a Parigi". E non potevi guardarla in televisione? "No, certo. Del resto la partita non m'interessa, voglio solo vedere bene la testata che Materazzi rifilerà a Zidane e scattare una bella foto, così faccio in tempo a tornare prima di mezzanotte e mia moglie è più tranquilla". Come preferisci, buona giornata. All'ora di cena, prima di sintonizzarmi sul canale che trasmette un bel documentario sulla Rivoluzione francese, spio l'inizio della partita. Strano. Non c'è Zidane, ma non c'è nemmeno Materazzi. Boh! Squilla il cellulare. "Accidenti!". In che senso? "A quelli son girate le scatole, siamo già sotto di due gol, e non sono passati nemmeno venti minuti. Cosa sono venuto a fare? Maledizione! Se chiama mia moglie, dille che sono rimasto imbottigliato nel traffico della tangenziale ovest".