8 settembre

1954
La nouvelle vague sovietica

Al Dynamo Stadium di Mosca (foto), dopo la sospensione delle attività a seguito della deludente prestazione ai Giochi Olimpici di Helsinki - e soprattutto passato a miglior vita Baffone -, torna a giocare un undici che rappresenta l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. A guidare la squadra, per queste prime partite, c'è Vasiliy Nikolaevich Sokolov, coach ed ex capitano dello Spartak. Disertata la Coppa Rimet in Svizzera, l'obiettivo è ora costruire una squadra che vada a Melbourne nel 1956 sorretta da una competitività pari alle ambizioni del Cremlino. Sokolov punta sul blocco dei suoi: ben sette della formazione schierata inizialmente contro la Svezia giocano nello Spartak. Fra le poche eccezioni, il portiere. E' il portiere della Dynamo, si chiama Lev Ivanovič Jašin, uno dei sette esordienti. Sokolov è precario, Jašin diventerà inamovibile. Diventerà il simbolo del calcio sovietico. E il buongiorno si vede dal mattino: gli svedesi oppongono ben poca resistenza, e il test-match consegna alle tabulae un roboante sette a zero per i rossi.
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