10 novembre

1963
Sono giovani, lasciamoli in pace

"E magari, paghiamoli un po' meno". Già: è il refrain della Settimana Incom che, andata nelle sale cinematografiche dopo Italia-Unione Sovietica (ritorno degli ottavi del campionato europeo: all'andata gli Azzurri avevano rimediato un secco 0-2), non risparmia frecciate. Esagerando un po'. Come, per esempio, quando si racconta di Jašin che ferma con facilità un tiro e poi un'incursione di Domenghini, che potrebbe essere suo figlio: "è come togliere le caramelle a un bambino". A proposito di Domingo: esordisce proprio in questa partita, come Tarcisio Burgnich. Giovane è anche Mazzandro, che si fa parare (anzi, bloccare a terra) un rigore dal grande numero uno sovietico: "Sandrino Mazzola ha tirato il rigore come non lo tirano nemmeno i ragazzi che giocano nei vicoli, con la palla di stracci. Ma è poco più di un ragazzo, poverino". I nostri hanno preso un gol (bello, va detto) nel primo tempo, ma pareggiano proprio verso lo scadere. Ci pensa Rivera, "il ragazzo tutto d'oro del calcio italiano, il Pelé bianco. Pochi applausi, da un pubblico deluso. Perché poi? Sono giovani, non amareggiateli. Lasciategli godere in pace gli stipendi che gli danno le società". Quei giovani, oggi così sbertucciati, si prenderanno qualche rivincita negli anni a venire. 
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1988
Il deretano di Arrigo

Si manifestò per la prima volta il 9 novembre a Belgrado. Il Milan non superò mai o quasi la linea centrale del campo ed era già virtualmente eliminato dalla Coppa dei campioni, quando la nebbia invase il Marakana; il gol della Stella Rossa che nessuno vide, che secondo Franz Baresi era viziato da un fuorigioco impossibile da misurare, non contava nulla, e la partita si rigiocò il 10. Il resto è noto a tutti: il gol di Mannari (pallone dentro di un metro e passa, nella foto) non assegnato, l'inzuccata di Van Basten, il pari di Stojkovic, la tremenda botta che quasi ammazza Donadoni, i supplementari e i rigori. Il rigore sbagliato da Savicevic e quello (decisivo) trasformato da Rijkaard. Tutte qui, le emozioni di un match orribile, ma storico.
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