La terza maglia
I quotidiani del lunedì, in prima pagina, riproducono trionfali bollettini di guerra: sommergibili affondati, unità mercantili danneggiate, piroscafi colati a picco dalle forze dell'Asse sulle coste algerine. In seconda pagina, però, ci sono i resoconti delle partite, nonostante tutto si gioca ancora a football, di domenica. Capita che il Livorno guidi la classifica (momentaneamente) davanti al Toro, mentre due grandi procedono con lentezza, in mezzo al gruppo. Non è che si nascondano: stanno lì, ma hanno perso forza e ambizione, risaliranno per pura e semplice inerzia. Juventus e Bologna si sono incrociate al Benito Mussolini. Poca gente, è ovvio, partita strana, bolognesi in catalessi o bianconeri in ripresa, vai a sapere. Se la partita merita di essere ricordata - in fin dei conti, poco o nulla conterà - è solo perché, intorno alla mezz'ora, un gol (il terzo) della Juve è messo a verbale da uno 'abbastanza' famoso, certo ormai in là con gli anni (ma nemmeno troppo). Indossando la terza maglia della sua carriera, Peppino Meazza lasciava un segno anche in quella disgraziata stagione, disgraziata per tutti.
Tabellino
Lo sfortunato gabbiano dell'Het Kasteel
Stadion Het Kasteel, Rotterdam. Il derby tra Sparta e Feyenoord è importante per la classifica e acceso; la folla deborda, i tifosi dello Sparta abbattono la recinzione spinata e minacciano un'invasione di campo. Quella domenica è passata alla storia, però, per un altro motivo: alla metà del secondo tempo il portiere del Feyenoord, Eddy Treijtel, effettuò un rilancio a palla molto alta colpendo ed uccidendo sul colpo un gabbiano in volo. La carcassa del volatile è raccolta da un giocatore dello Sparta (foto) e momentaneamente sistemata di lato alla porta degli ospiti. A fine partita Treijtel decise di tenersi il cadavere, che ora riposa nel museo del Feyenoord, anche se i tifosi dello Sparta ancora lo rivendicano perché aveva attraversato il loro spazio aereo.