16 novembre

1930
El filtrador

A Genova pensano di avere l'uomo che riporterà il Vecchio Balordo agli antichi fasti. Si chiama Guillermo Stabile, è nato a Buenos Aires, ha giocato nell'Huracan e nell'albiceleste, ha la caratteristica di passare attraverso le maglie delle difese avversarie senza che quelle se ne accorgano, e questo ne spiega il soprannome. Lui guizza e scompagina, è uno che lavora di nervi e di intelligenza, più che di muscoli. Esordisce in campionato a Marassi contro il Bologna, trenta ore dopo essere sceso dal piroscafo che l'ha portato sotto la Lanterna. Segna tre gol, con assoluta nonchalance. Come non avesse appena iniziato a cambiare vita.


2003
Il futuro fa capolino all'Estádio do Dragão

In qualche modo, José Mourinho ha il Barça nel suo destino. A Camp Nou sbozzò competenze e tigna, quando faceva il secondo di Bobby Robson. Poi tornò in Portogallo. Sulla panchina dei Dragões divenne famoso e vincente. Anni davvero, e sotto tutti i punti di vista, 'fortunati'. A metà novembre, anche nel 2003, tutte le leghe si fermarono, c'erano importanti incontri internazionali in calendario. Così, per festeggiare i 110 anni di vita del clube e l'inaugurazione del nuovo stadio (Estádio do Dragão), il Barça  va in gita a Oporto. Una rimpatriata. In campo tanti ragazzini della cantera. Uno di loro entra a un quarto d'ora dalla fine. Chiaro, non potrà ribaltare la partita, che peraltro non conta niente. I blaugrana stanno perdendo due a zero, ma proprio sotto gli occhi di Mou fanno esordire un piccoletto, un argentino, un sedicenne e poco più che hanno cresciuto e curato perché potesse giocare a pallone. La maglia gli sta così larga, che si piega e quasi nasconde il numero stampato sulla schiena (foto). Un numero particolare, per chi conosce la storia del football, e chissà se venne scelto a caso. Era il futuro, Leo Messi, e non poteva che affacciarsi alla sua nuova vita davanti a colui che gli sarà feroce avversario.