La cavalcata di Nick
Ampia falcata, da quattrocentista. Gambe lunghissime e fiato da vendere. E' probabile abbia dato meno di quel che era nelle sue possibilità, limitato anche dagli infortuni, cui la sua complessa e poderosa macchina muscolare era frequentemente soggetta. Ma in quella serata all'Olympiastadion di Monaco, Nicola Berti segnò un gol che si impresse nella memoria collettiva. Calamitò il pallone al limite della propria area, e poi, senza mai cambiare la direzione di corsa, scavallò fino alle soglie di Aumann, estremo del Bayern. Ci arrivò a un passo veloce e costante, rotto solo da improvvise e necessarie accelerazioni. Certo, in quel frangente le linee del Bayern parvero una serie di caselli ferroviari che abbassavano le sbarre quando il treno era già passato. Ma tant'è. Entrato in area di rigore, Nick tentò di estrarre una palombella dal proprio piede destro, ma il suo repertorio non era illimitato. Ne sortì qualcosa di ibrido, una traiettoria che Aumann riuscì a sporcare, ma senza deviare la corsa del pallone verso il proprio ineluttabile destino (foto).
Cineteca