Soccer Nemesis
La gente è tutta per strada. Ci sono altoparlanti montati ovunque, per radio viene trasmessa da Wembley la cronaca della partita.
Passano i minuti, passano i gol.
La storia, come sempre, si scrive altrove. Ma i nomi dei protagonisti questa volta sono i nomi della gente di qui, e adesso quei nomi saranno sulla bocca di tutti gli uomini che nel mondo hanno la passione del football.
Passano i minuti, passano i gol.
Pacificamente, allegramente, anche nelle città più lontane da Budapest la gente esce di casa e gremisce le strade e le piazze, uomini donne e bambini in strada a ballare.
Gioia, incredulità.
Qualcuno cerca le frequenze radio della BBC.
"Matthews, vecchio Mim, i boys ungheresi sono molto più veloci di te. Non volevamo ammetterlo, abbiamo esitato troppo ad ammetterlo. Le maglie rosse sono i calciatori più forti del mondo".
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Il radiocronista inglese è così tradotto da Luca Trevisani, Tra i centomila di Wembley assistendo al grande incontro, “L’Unità”, 26 novembre 1953, p. 5. Per i più giovani: l'incontro evocato è quello tra Inghilterra e Ungheria, vinto dai magiari con un risultato scioccante: sei a tre. Per la prima volta un undici continentale espugnava le sacre mura di Wembley. Fu già allora e poi a lungo considerato il più grande match del XX secolo, anche se in palio c'era solo il prestigio. Cioè tutto, almeno per gli inglesi. Soccer Nemesis è il titolo di un fortunato pamphlet di Brian Glanville, pubblicato a Londra nel 1955. Andrebbe letto insieme a Soccer Revolution, di Willy Meisl, apparso nel medesimo anno. In rete è disponibile il filmato del match; è una delle prime partite che possiamo rivedere integralmente.
[Tratto da Michele Ansani, Lenta può essere l'orbita della sfera]