26 novembre

1996
Il capolavoro di Pinturicchio

Alessandro Del Piero pennellò capolavori quand'era un ragazzo. Esuberanza giovanile, incoscienza, ispirazione, chi lo sa. Mirava spesso all'incrocio dei pali, e quel tipo di gol venne battezzato col suo nome. Traiettorie di interno destro, a girare e a rientrare fuori dalla portata delle braccia di qualsiasi portiere. A Tokyo, invece, scelse una conclusione di potenza. Già: non aveva tempo di pensare, era nel cuore dell'area e gli sarebbe arrivato addosso un finimondo di incattiviti difensori argentini. Fulminea la sua mossa, mortale per la partita (foto). Mancavano meno di dieci minuti, Juventus e River Plate si erano annullate a vicenda, come spesso capita quando - si dice - è molto alta la posta in palio. Era necessaria un'intuizione, un gesto rapido ed esorbitante, improbabile e preciso. Del Piero lo estrasse da un repertorio che, a quell'epoca, sembrava non avere limiti.
Cineteca