Il 'fattore campo'
La quattordicesima di andata del campionato 1946-47 fece registrare un primato "di tipo speciale": il primato negativo del fattore campo. Sei vittorie esterne, solo due interne, e due pareggi. Del resto, come nota Monsù Poss (Vittorio Pozzo, all'anagrafe), già "all'inizio della presente stagione accennava ad essere in ribasso, il fattore campo, poi le cose si erano venute gradatamente normalizzando: ora è giunto improvvisamente il tracollo". Già. In un turno spalmato, "ha cominciato la Triestina a perdere a Trieste". Poi il Vicenza (naturalmente a Vicenza). "E poi, come nel giuoco dei mattoni, sono ceduti l'uno dopo l'altro i pezzi grossi": il Bologna (a Bologna), l'Internazionale (all'Arena), la Sampdoria (a Genova). "Naturalmente l'Atalanta a Bergamo". Perché naturalmente? Beh, "avendo come avversario il Torino, non poteva fare a meno di capitolare anch'essa, ed ha seguito la sorte comune". E poi va detto che il Livorno (a Livorno) e l'Alessandria (ad Alessandria) hanno evitato la sconfitta solo riuscendo a non subire reti o pareggiando appena in tempo per evitarla. "Con tutto ciò, la classifica non è stata rivoluzionata". Già, guida il Torino, poi la Juve, poi (oddio) il Modena, "che è una bella squadra". E in coda? "In coda la povera Triestina, tutta sola, e davanti ad essa mezza dozzina di squadre, fra cui qualcuna col nome famoso, che arrancano". Campionato interessante? "Campionato interessante".
1965
Il mese migliore di 'Gundi'
E' lento e massiccio, ma potente, fortissimo nel gioco aereo, tecnicamente tutt'altro che sprovveduto. In questo mese di dicembre del 1965, tutti hanno compreso che quello del Levski è un centravanti coi fiocchi. Ha tenuto a galla la barca dei suoi all'Estadio da Luz, segnando una doppietta e costringendo il Benfica a una faticosissima qualificazione ai quarti di Coppa dei campioni; oggi, a Firenze, è lui a trascinare la Bulgaria nella partita di spareggio che vale l'ultimo posto libero nel tabellone della Coppa Rimet. C'è parecchia gente allo stadio, è un bel pomeriggio di sole. Il Belgio sarebbe favorito, ma lui, intorno al ventesimo, decide che la pratica è da sbrigare con una certa urgenza. Due gol in un minuto, uno di capoccia l'altro di giustezza, poi un'altra inzuccata che manda il pallone a stamparsi sulla traversa, ma ormai il più è fatto. Georgi 'Gundi' Rangelov Asparuhov è l'uomo del match e una possibile attrazione del circo che metterà le tende in Inghilterra, oltre che il sogno proibito di molti club del continente. Il regime bulgaro lo blinderà, e la sua fortuna dileguerà molto presto, a ventott'anni compiuti da poco, schiantata da un frontale in auto sulla strada per Vratsa, ai piedi dei Balcani, il 30 giugno 1971.
Certe notti di Rio
Sembrano spesso notti scure quelle che avvolgono il Maracanã, nelle immagini del secolo scorso. E così sono anche le poche che restano dello spareggio che vi giocarono il Palmeiras e il Náutico di Recife, per aggiudicarsi il titolo di squadra campione del Brasile. In più, era una notte di pioggia battente. Così, vediamo pedatori che cercano in precari equilibri di strappare un contrasto vincente; ammiriamo Cesar Maluco, che scaraventa in porta da trenta metri un pallone arenato nel fango, di pura potenza (foto); e poi ridiamo, quando scorre la sequenza di Tupãzinho che, a porta vuota, alza da due passi un lob che si infrange sul palo. La chioma bionda di Ademir da Guia compare verso la fine; un dribbling secco al limite dell'area, un destro preciso, senza scampo. Il titolo era del Palmeiras. Non poteva che sigillarlo lui, il Divino. Iniziava il periodo migliore nella storia dell'Alviverde; e, in Brasile, sfioriva l'egemonia santista.
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