4 dicembre

1978
Il sosia

Quanto ci tengono i Reds alla Supercoppa? Forse meno dei belgi. Forse, poiché in Europa sono nel pieno del loro ciclo, li sottovalutano. Ma nell'Anderlecht ci sono pedatori coi fiocchi. Indigeni, come Van der Elst, Vercauteren, Ludo Coeck; olandesoni come Haan e come i temibilissimi Ruud Geels (autentico sfondareti) e il mancino tanto bizzoso quanto talentuoso, quello che sembra un sosia di Johann Cruijff, e che forse proprio perciò, pur essendo nato ad Amsterdam tre soli mesi dopo di lui, nell'Ajax non mise mai piede. Se hai intenzione di fare cattiva figura, questi non si lasciano pregare, e potrebbe andarti peggio di quel che prevedi. Il mancino, a tre minuti dalla fine, insacca il terzo gol per i suoi, quello che virtualmente assegna la coppa. Un morbido ricamo, di classe purissima.
Cineteca

1982
Battesimo azzurro per il Piscinin

Ti ricordi Franco? Potevi fregiarti del titolo di campione del mondo, anche se in Spagna il campo l'avevi visto solo dalle tribune. Ironia della sorte, perché dodici anni dopo, invece, giocherai da capitano una partita memorabile, una finale di Coppa del mondo che concluderai in lacrime, tra le braccia di Arrigo Sacchi, dopo aver sbagliato uno dei calci di rigore decisivi. Ma in quell'inverno del 1982, quando finalmente ti toccò il debutto in maglia azzurra a Firenze, eri la stella assoluta della Serie B italica, dove il Milan era precipitato per demeriti sportivi ma anche per la tua lunga assenza, dovuta a una malattia del sangue che sembrava potesse costarti la vita. L'esordio non fu entusiasmante (scialbo zero a zero con la Romania), quasi a prefigurare per te un futuro senza vittorie con quella maglia. Mah sì, Franco, non ci pensare più. Tutti sanno che, per tanti e tanti anni, nessuno al mondo è stato più bravo di te.
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