5 aprile

1902
Ibrox Disaster

Il secolo breve era molto giovane. Per alcuni finì a Ibrox Park. Già. Un ingrato destino aveva selezionato 25 anime, 25 fra le 70.000 che nel pomeriggio del sabato erano là per godersi Scozia-Inghilterra. Fu la tribuna occidentale a collassare. Fatalità?
R. S. Shiels, The Fatalities at the Ibrox Disaster of 1902 ("The Sports Historian", 18/2, 1998).







5 aprile 1908
L'amico Fritz

Fritz Becker. Nella foto, è il terzo tra i giocatori, da sinistra. L'XI schierato ha quella maglia così strana, ma l'aquila stampata sul petto è inequivocabile. Sì, è la Germania. La prima Nationalmannschaft che scende in campo. A Basilea, nel piccolo Landhof Stadion, contro la rappresentativa elvetica. E poiché  lui, Fritz Becker, attaccante dei Kickers di Francoforte, fu il primo a segnare un gol in quella partita, è giusto assegnargli il titolo di protobomber della nazione. Becker fu dunque nonno di Fritz Walter, bisnonno di Uwe Seeler, bisavolo di Gerd Müller, tri­savolo di Karl-Heinz Rummenigge e avo degli avi di Lukas Podolski.
Poldi Podolski? Uhm.

1942
La guerra finirà

Valentino Mazzola esordisce in nazionale quando milita ancora nel Venezia. A Marassi, contro la Croazia - stato fantoccio emerso dopo la dissoluzione del Regno -, che in realtà schiera l'XI del Građanski di Zagabria. Il match è di palese valore propagandistico. In ritiro a Chiavari, gli azzurri "si sono recati a visitare i feriti di guerra degenti in un ospedale della cittadina intrattenendosi a lungo amichevolmente con essi"; il loro spirito "è, come al solito, elevato" (Monsù Poss). Sul campo non hanno problemi, anche se si gioca con vento e acquazzoni. "Mazzola ha stentato a trovare l'equilibrio in corsa sul terreno e, più ancora, a svincolarsi dalla guardia di cui era fatto oggetto. Alla distanza però è venuto fuori", e il suo ultimo quarto d'ora è stato "a spron battuto" (Eugenio Danese). Valentino è un campione, quando finirà la guerra diventerà il capitano, e giocherà in nazionale per tanti e tanti anni, pensano tutti coloro che hanno il tempo di pensare al football.

1978
Scaramanzie teutoniche e illusioni carioca

Non è solo il vento che soffia dal mare del nord a rendere gelida la serata del Volksparkstadion. Intirizzita all'avvio, la Seleçao di Coutinho (foto) si riscalda correndo, e alla lunga domina sulla Nationalmannschaft. E' la sfida tra gli ultimi undici arrivati sul tetto del mondo; gli osservatori ritengono il match un anticipo della finale prevista al Monumental di Baires per il prossimo 25 giugno. I tedeschi sono scaduti a notevole modestia: si sente la mancanza del Kaiser, e Kalle Rummenigge non vale certo (non ancora, perlomeno) Gerd Müller. Possono solo vichianamente contare su corsi e ricorsi storici: un identico test avevano organizzato nell'estate del '73 (tabellino), con vista sul mondiale casalingo, e uguale fu il risultato (zero a uno). Grandi, le risate di Eupalla.

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