1933
Noblesse oblige
Il Palermo, in gita a Milano, visita come da programma l'Arena Civica. Il padrone di casa, Peppino Meazza, non è abbastanza generoso, e lascia per ricordo ad Archimede Valeriani (portiere degli ospiti, nella foto) soltanto una doppietta. Va detto che si è anche rifiutato di battere un calcio di rigore (quello del vantaggio ambrosiano), chissà perché. Questa la descrizione del suo primo cadeau sul Corriere del giorno dopo: "Meazza, da metà campo fugge con la palla, supera uno dopo l'altro ben tre avversari e giunge quasi sotto la porta, di dove tira ingannando il portiere con una finta". Noblesse oblige. "La folla plaude con entusiasmo alla prodezza del suo beniamino". Il secondo lo realizza di testa, è il quinto dei nerazzurri, la partita volge al termine, la Juve ha perso a Firenze, le distanze in classifica si accorciano, fa freddo ma la gente torna a casa contenta, sebbene non entusiasta: vittoria troppo facile e scontata.
El Clásico di Romário
La 'menzogna che cammina', il Baixinho, firma a modo suo (con una tripletta) un match considerato fra i più clamorosi dell'era Cruijff. Dirigeva l'orchestra il Pep: "Guardiola condujo con mano maestra el excellente juego de todo el equipo barcelonista". Musica celestiale per le duecentomila orecchie del Camp Nou, che "vibrò como nuncha en una noche mágica y expectacular". Per Cruijff era la seconda manita mostrata al Real; ma nella prima s'era forse divertito di più, perché era in campo, aveva vent'anni di meno e si giocava al Bernabéu (vedi).
Gli Arbeiter nel 1898 |
Rifondazione del Rapid
Già varato l'anno precedente (e battezzato Erster Wiener Arbeiter-Fußball-Club), il club viene rifondato a seguito delle mirabolanti sconfitte subite nel primo anno agonistico, e assume la denominazione (corrente) di Sportklub Rapid Wien. Vanta decine di titoli nazionali e due Coppe Mitropa; è anche l'unica compagine austriaca che (ai tempi dell'Anschluss) riuscì a laurearsi campione del Terzo Reich (1941). Magra soddisfazione.