26 febbraio

1907
L'inventore della Coppa d'Inghilterra

Si spegne, a Londra, Charles William Alcock. Non fu un grande calciatore, è vero. Ma un grande, grandissimo organizzatore. Da questo punto di vista, la sua vicenda precorre quella di Jules Rimet. E' tra i fondatori dei Wanderers, nella tradizione auroriale delle Publich Schools inglesi. Si applica con successo nell'allestimento di incontri internazionali. E' conosciuto, autorevole, e perciò di frequente viene ingaggiato come referee. Soprattutto, e tuttavia, inventa la FA Cup: ciò basti, perché ai devoti di Eupalla sia degno di ricordo il suo nome.
Profilo


Mazzandro, capitano, dà disposizioni
alla barriera
1974
Patto di non aggressione

All'Olimpico è ancora carnevale, dunque Italia e Germania scendono in campo mascherate, fingono di valere poco o nulla, pareggiano senza lo straccio di un gol e si danno appuntamento (dicono) per la finale della coppa del mondo, che costituirà senz'altro la vera rivincita della semifinale giocata all'Azteca nel 1970. "L'amicizia è salva". Già. Negli azzurri fa capolino Pino Wilson, il libero della Lazio. Al posto di Gigirriva c'è Luciano Chiarugi, il biliardista. Juliano batte Rivera, resta in campo per due minuti (gli ultimi della partita). Morini giocava? Le telecamere non l'hanno mai inquadrato, ma sì che giocava. Lo stesso dicasi per Gerd Müller. Mai inquadrato neppure lui. Merito di Morini, dicono. Zoff è imbattuto da mille e sette minuti. Non è che l'abbiano particolarmente impegnato. Ci rivediamo a Monaco? Sì. Buonanotte.


1986
L'artigianato di JPP

Negli anni a cavallo del 1990, la stella del calcio transalpino era Jean-Pierre Papin. Visse (e parecchi palloni insaccò) fra il tramonto di Platini e l'alba di Zinedine Zidane; vinse qualcosa con l'OM e col Milan, ma con la maglia dei Bleus conobbe solo delusioni, pur esercitando il suo buon artigianato del gol. Gli inizi, peraltro, non furono entusiasmanti: ne produsse solo tre nelle prime quindici apparizioni. Lasciò i francesi con la bocca asciutta all'esordio, occorso in un'amichevole sull'erba ghiacciata del Parc des Princes contro l'Irlanda. Zero gol, zero a zero.


1999
L'eroe di Berlino

Si spegne, a Milano, Annibale Frossi. Velocissima ala destra, eroe italiano alle Olimpiadi di Berlino del 1936, giocò ed ebbe buoni successi nell'Ambrosiana: "possedeva grande scatto e ammirevole coordinazione: non aveva gran tocco di palla ed era scarso in acrobazia perché, miope, doveva giocare con gli occhiali" (Gianni Brera). Il suo stile di gioco - dicono - era freddo, essenziale. Un giorno del 1938, all'Arena - ultimo campionato di Meazza da centravanti -, "aveva mancato un pallone. Platealmente se ne doleva. Meazza lo raggiunse, gli tolse gli occhiali, li volse al cielo quasi li volesse ripulire. Esplose la più colossale risata della storia calcistica" (Mario Fossati).