Il vento dell'est
Il 7 novembre 1973 si disputano le gare di ritorno degli ottavi di finale di Coppa dei campioni. Soffia il vento dell'est, e travolge tutti o quasi tutti. Il Bayern se la cava a Dresda per il rotto della cuffia: la Dinamo (che nei sedicesimi aveva inibito sul nascere l'ennesima rincorsa della Juventus) fa sei gol in due partite ai bavaresi, ma non bastano, perché loro ne fanno sette, e il settimo, cioè l'ultimo della corrida, non può che portare la firma di Gerd Müller. L'Ujpest si sbarazza del Benfica con un doppio colpo a metà della ripresa, e quella del Megyeri úti stadion è perciò l'ultima partita giocata in Coppa dei campioni dal leggendario Eusébio da Silva Ferreira. A Trnava, basta un gollettino allo Spartak per eliminare il Futbol'nyj Klub Zorja Luhans'k, del quale nessuno ha mai più sentito parlare dopo di allora, ma che si era iscritto al torneo in qualità di campione di tutte le repubbliche sovietiche. Il vero dramma, tuttavia, si consuma allo Stadion Vasil Levski di Sofia. Su tutti gli altri campi si attende il deflusso del pubblico per chiudere i cancelli e spegnere i riflettori; qui, invece, si gioca a oltranza. Tempi supplementari. Trascorrono i minuti, e ne mancano solo quattro al fischio finale quando un tizio che sarebbe altrimenti rimasto del tutto sconosciuto ai posteri ed escluso da qualsiasi narrazione eupallica infila il pallone che dirime la contesa. Lui si chiama Stefan Mihaylov; il portiere beffato è Heinz Stuy, e difende i pali dell'Ajax di Amsterdam. Il re aveva già abbandonato il suo regno, si era trasferito (con l'intenzione di fondarne un altro) in Catalogna, ma in quell'istante il dominio dei lancieri improvisamente e rumorosamente crollava.
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