Sono riusciti a non battere la Turchia!
Già. La voce corre, incredula, di bar in bar, ma soprattutto nelle case del popolo, dove L'Unità è primaria fonte di indiscutibile informazione. Come? Chi? Ma certo, dice uno che si vanta di saperla lunga ma non ha ancora sfogliato il giornale. "Si sta parlando degli inglesi, è chiaro. Ormai non batterebbero più nemmeno il Pontedera". Buona la battuta, ma nella foto sotto il titolone mi pare di riconoscere la sagoma di Giorgio Chinaglia (foto). E, se non è una foto di repertorio, non ha addosso la maglia della Lazio. "Infatti", interviene un lettore cui è andato di traverso il caffé, "siamo stati noi". Noi chi? "Noi, l'Italia. Gli azzurri sono riusciti a non battere la Turchia. Zero a zero". Un altro, affranto, dice che adesso sarà persino dura qualificarsi per i mondiali in Germania. Bah, calma: c'è ancora la partita di ritorno, ed è un girone a punti. Che dice zio Ferruccio? Dice che i turchi saranno costretti prima poi a uscire dalla loro area, se continuano così rischiano di fare qualche autogol. Attendiamo fiduciosi.
Tabellino | L'Unità
Addio dottor Pedata
Si spegne, a Roma, Fulvio Bernardini. Portiere, centromediano metodista, dirigente federale, allenatore, ricostruttore della nazionale dopo il dissolvimento ai mondiali tedeschi del '74. Una delle figure più importanti nel calcio italiano del '900. Pozzo lo escluse dalla sua nazionale per ragioni tecniche, ma anche per l'eccessiva personalità: "troppo bravo per i compagni, in continua soggezione". Non era, e non sarà mai, simpatico a tutti. "Ha sempre voluto essere onesto e bisogna onestamente ammettere che vi è
riuscito persino a suo dispetto. Io l'ho capito e amato quand'era tardi
per lui e - come temo - anche per me stesso. Caro vecchio dottor Pedata.
La tua vita è stata migliore che tu non credessi. Il tuo calcio, è un
po' meno. Ma forse era colpa tua. La palla è subdola. Non ha spigoli,
non ha facce, e rotola sempre. Tu l'hai rincorsa e padroneggiata finché
un giovane Iddio ha preso le tue sembianze. Ritrovandoti uomo, come
tutti noi hai sofferto di non essere altro che un uomo" (Gianni Brera).
Non era nata una stella
L'unico ad aver capito l'antifona fu Clarence Seedorf. "Sono preoccupato in generale perché Pato è un ragazzo molto giovane. E
quando ci sono talenti come il suo, conoscendo questo mondo, mi
preoccupo perché so cosa può succedere. Il ragazzo deve essere protetto,
deve essere messo nelle condizioni di lavorare e crescere serenamente", disse. Col senno di poi, si può pensare dell'olandese che fosse un veggente o che menasse gramo. L'esordio a San Siro del papero diciottenne fu scintillante. Un gol inutile, ma di classe pura. E molti paragoni azzardati. "Ogni tanto nascono degli 'extraterrestri', ricordiamo che Rivera è arrivato in serie A a 16 anni" (Claudio Ranieri). "Presto sarà eletto il miglio giocatore del mondo" (Careca). Lui sembra capace di stare coi piedi per terra: "Adesso vado a dormire, da domani si pensa al futuro. Voglio diventare grande col Milan".
Cineteca | Corriere della Sera (Seedorf e Careca)