Il fortunato delantero di riserva della Celeste
Certo che è famosa, questa foto. Ritoccata, sì. Pure colorata. Non è granché. Però, signore e signori, vorrei che qualcuno mettesse a fuoco l'ultimo giocatore della Celeste, l'ultimo a destra tra quelli accucciati. Lo riconoscete? Ovviamente no. Di quell'XI è certamente il meno famoso. Del resto, giocò poche partite nell'Uruguay (quattro, complessivamente), e militò in club secondari di Montevideo (Atlético Cerro, Defensor Sporting). In carriera, non vinse nulla. O quasi. E' perciò difficilissimo reperire notizie su di lui. Certo, fu fortunato. Per l'infortunio di un compagno (Ernesto Vidal) esordì nella Selección il 16 luglio 1950. Capito l'antifona? Esordì al Maracanã, e fu tra coloro che vinsero la coppa del mondo contro il Brasile, in casa del Brasile. Tutto qui. Rubén Morán si spense, a Montevideo, il 3 gennaio 1978.
Profilo
1988
Simba
Incerto fu l'avvio di stagione, per il primo Milan di Sacchi; con l'anno nuovo, tuttavia, acquisiti ritmi e meccanismi di gioco, si fece "truculento" e iniziò a demolire - uno per uno - tutti i suoi grandi vecchi e nuovi avversari. A cominciare proprio dal Napoli di Careca e del Diego, campione d'Italia e travolto dalla furia di Ruud Gullit. L'olandese, appena insignito del pallone d'oro, estasiò persino il Gioannbrera. "Ora sappiamo tutti che è una forza della natura, non solo, ma anche uno capace di mirabile puntiglio. Goffi i napoletani che avevano irriso al suo titolo di Mister Europa. Gullit li ha smentiti senza ringhiare, con folgorante impegno. Ha servito due palle-gol da ala destra; ha incornato sul palo; ha uccellato Garella due volte (una a favore di Donadoni: ma non era attivo il suo fuori-gioco?), ha sparato da trenta metri un destro omicida su calcio franco. Ha galvanizzato i compagni fino a inciuccarli di corsa e di entusiasmo". Nonostante i timori del magister, quell'XI non vivrà di soli "estri dinamici" e di "eretismo podistico"; un gioco cui forse pagò dazio pesante proprio Simba Gullit, il cui livello di rendimento scese costantemente dopo quel suo primo inverno italiano.