Le indigestioni di Jupp
Cresce il Borussia, quello di Mönchendlagbach, che per un decennio contese al Bayern la supremazia in Germania e fu ai vertici del football europeo. Il 7 gennaio 1967, per la 18ma giornata di Bundesliga, al Bökelberg-stadion si offre inerme lo Schalke 04. Finisce undici a zero per i neroverdi: record. In formazione ci sono Vogts (ventunenne), Wimmer (ventiduenne), Heynckes (idem), Netzer (idem). Grandi e grandissimi giocatori. Sono ancora tutti in campo (con la sola eccezione di Netzer) quando il Borussia, undici anni dopo (29 aprile 1978), batte il proprio record: dodici a zero. Questa volta a prender ceffoni è l'altro Borussia. Jupp Heynckes, che fa tripletta nel '67, migliora invecchiando, perché agli Schwarzgelben rifilerà una cinquina.
1981
Un bel samba
Una coppa è sempre una coppa, sarà anche un'esibizione, ma si gioca al Centenario, e c'è in palio la finale. Nel Brasile non ci sono Zico e Falcão; presenti invece Junior, Cerezo e Socrates. E pure Serginho - sì, il lungagnone fuori dal coro, abulico centravanti e alieno, era altissimo ma non staccava mai i piedi da terra, e pretendeva che il pallone lavorasse anche per lui. I tedeschi sono, grosso modo, quelli che l'anno dopo arriveranno sfiatati alla finale della Coppa del mondo. Li illude Klaus Allofs (foto), che presenta il conto al termine di una mirabile azione di contropiede; inizia allora un bel samba, la Seleçao infierisce (quattro a uno) e va a giocarsi il mundialito contro l'Uruguay, sperando di esorcizzare proprio al Centenario l'incubo del maracanaço. Appuntanento fissato per il 10 gennaio.
Futbolandia
Il sogno di Jorge Valdano si realizza per un giorno, che vale e riassume quella stagione (1994-95). Lui guida il Real, e la sua macchina schianta poderosamente la fuoriserie guidata da un amico-rivale, l'onusto Johan Cruijff. Il declinante Barça dell'olandese non regge l'impatto. E' un roboante cinque a zero che lava l'offesa dell'anno precedente (vai all'8 gennaio) e il pallone se lo porta a casa un cileno di discreto, non eccezionale talento: Iván Zamorano, che ne mette tre alle spalle di Carles Busquets (il padre di Sergio), modestissimo arquero. La rotta dei Blancos era chiaramente tracciata.