21 marzo

1874
Scottish Cup

Anche in Scozia c'è la Coppa: due anni dopo quello inglese, il torneo varato dalla Scottish Football Association giunge all'atto finale. Delle quattordici squadre in lizza ne sono rimaste due: il Queen's Park - strafavorito - e il Clydesdale. Si gioca ad Hampden Park, sugli spalti non c'è ancora una folla traboccante. Schioda il match William MacKinnon (nella foto), brillantissimo dribblatore, e lo mette in discesa. Finisce due a zero. Per il Queen's è la prima di dieci coppe tesaurizzate sullo scorcio del XIX. Moltissime: ma non ce ne saranno altre.
Il racconto


1973
Caparbi 'bogianen' bianconeri

Siamo a Budapest, lo stadio è il Megyeri ùt, la partita è iniziata da meno di un quarto d'ora e la Juventus è già sotto di due gol. Poiché l'andata a Torino era finita con reti immacolate, non varrebbe nemmeno la pena di fare un pronostico, e dire che in semifinale ci andrà l'Ujpest. E invece, quel che accade nei restanti settantacinque minuti merita di essere testimoniato. E' "con terribile vigoria" che i bianconeri risalgono la corrente, trascinati dal sempreverde José 'Mazzola' Altafini fissano un pareggio premiato dalla regula e sbucano sul rettilineo finale della Coppa dei campioni. "Il motore del jet bianconero ha ritrovato il ritmo necessario. Ora basta revisionare qualche bullone, qualche rotella, poi sarà lecito sperare nella continuazione di questa «escalation» europea. I «quarti» valevano bene il freddo di Budapest, che ha radunato allo stadio un pubblico sportivissimo: ma era un vento di chiara marca bianconera. Da una partita che poteva costituire un rendiconto amaro per il football di casa nostra, è stata tolta la migliore castagna. Con la freddezza e l'animo necessari. Complimenti, «bogianen» bianconeri: qualcosa della vecchia caparbietà subalpina si è trasferita in ciascuno di voi, siate pugliesi o brasiliani. Budapest era una tappa necessaria. E adesso sia benvenuto il signor Cruyff" (Giovanni Arpino).

1990
Ossi belgi

Al solito, i belgi sono ossi difficili da spolpare. I loro ingredienti preferiti sono tre: tattica del fuorigioco, gioco ai limiti del regolamento, grande portiere. La prima gli serve a poco, si gioca sempre nella loro tre quarti di campo. Quindi prevale il ricorso alle botte e al portiere, che è il signor Preud'Homme. Dirà Righetto negli spogliatoi: "ci hanno picchiato in maniera indegna per tutta la partita", mostrando occhi lucidi di emozioni rabbiose - le partite per lui non sono mai finite davvero. Sta rivedendo la folle serata del Dunadùn (foto), posseduto dallo spirito di Garrincha e sgusciante da ogni pertugio, da ogni selva di gambe. Sgambetti trattenute calcetti e chissà cos'altro. Ma a beccarsi il rosso è lui, da possibile eroe a potenziale reprobo, per una reazione provocata e nemmeno poi davvero cattiva. Sul momento è incredulo; esce, e - misteri del football - il Milan viene finalmente a capo del Mechelen, che è riuscito a prolungare l'agonia di tutti fino ai tempi supplementari.

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