29 aprile

1928
Il primo timbro di Peppino nel derby

Non ha ancora diciott'anni, ma è ormai stabilmente tra i titolari. Scende regolarmente in campo, se la squadra non strabilia le responsabilità non sono certamente sue. Oggi c'è il derby, a San Siro. E' favorito il Milan. Anzi. Il Milan potrebbe anche vincere il campionato, quest'anno. E' una squadra battagliera, vivace. Ma sarà capitato cento volte: quelli che alla vigilia sono ritenuti migliori, alla fine perdono. Due a uno per l'Inter, e a segnare per primo, segnando il suo primo gol in un derby, è quel ragazzino di cui si diceva all'inizio: Giuseppe Meazza.
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1972
La terribile potenza teutonica

Sei anni dopo la Germania torna a Wembley, per il quarto d'andata della fase finale del campionato d'Europa. Gli inglesi hanno ancora nell'undici di partenza cinque titolari della finale mondiale: Banks, Moore, Ball, Hurst, Peters; i tedeschi solo tre; il Kaiser, Höttges e Held. Per Sir Alf è una autentica Waterloo; quella impartita dai tedeschi una memorabile lezione di calcio, anche se la vittoria (tre a uno) matura solo nei minuti finali, favorita dalle possenti giocate di Netzer e dall'infallibilità dogmatica - sotto porta - di Gerd Müller.  "One of the seismic events in English football history" (Jonathan Wilson): il ciclo di Ramsey era chiaramente tramontato; l'egemonia teutonica inizia in quel pomeriggio di Wembley.


1987
Addio all'erba verde dei campi

Tutto si può dire di Roi Michel, ma non che gli sfuggisse la direzione delle cose. Aveva capito benissimo che la sua Francia era giunta al termine di un glorioso ciclo, e che non ce l'avrebbe fatta a prenotare un posto per l'europeo germanico del 1988. L'autunno del 1986 compromette chiaramente la classifica nel girone di qualificazione, sin dalle prime partite. Lui, peraltro, ha già deciso di ritirarsi. Non ha più voglia di correre. Per l'addio con la casacca dei Bleus, gli vanno bene il Parco dei Principi e un avversario tutt'altro che irresistibile: l'Islanda. Non lo dice ai francesi, così lo stadio è mezzo vuoto e nessuno si aspetta gol e prodezze da celebrare. Non è un tipo romantico e guarda sempre al futuro, per il quale ha già millanta progetti.
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