La strana vigilia
Accadono cose strane a Londra, nel giorno che precede la finale delle finali di tutte le finali dell'unica vera coppa del mondo, unica perché è l'unica che si è giocata finora in Inghilterra, dove peraltro sarebbe giusto che si giocasse ogni coppa del mondo, perlomeno finché sarà ritenuto giusto organizzare questo tipo di manifestazione. I fratelli Charlton, il fuoriclasse Jimmy Greaves e altri nazionali albionici hanno fatto visita a Cassius Clay, forse nella speranza di averne utili consigli. Lui sa molto di football, specie di football americano. "Gli avversari vanno ridotti così" (foto), illustra. Chiaro che tifa per gli inglesi. Vedremo. A Londra ci sono anche i dirigenti dei club italiani, nonostante la cosiddetta chiusura delle frontiere. Specie quelli di Milan e Juve. Chi hanno nel mirino? Beckenbauer, si dice. La Juve avrebbe offerto al Bayern un paio di Seicento multiple, il Milan 300 milioni di lire, più un bonus di 150 per il futuro Kaiser. Ma sì, notizie di stampa. Suvvia!
2001
Il signore dei signori del Sudamerica
Iván Ramiro come sempre sale, gli piace tutta quella folla nell'area di rigore, s'intende quella degli avversari, spazio nel quale - prima di un corner o di un calcio di punizione - la tensione tra giocatori è massima; gli piacciono quei pochi (ma talora tanti) secondi di guerra psicologica, fatta di sguardi, spinte, proteste, movimenti, schemi simulati o reali. Iván Ramiro Córdoba Sepúlveda, s'intende, non è un gigante. Ma è dotato di buona elevazione, e soprattutto riesce a galleggiare nel vuoto quando la forza di gravità costringe tutti gli altri a tornare - non metaforicamente - con i piedi per terra. Così, se lo guardate bene, anche adesso esibisce la sua specialità. Azzecca la traiettoria del pallone, ma è una traiettoria strana, che scende prima del previsto, e così, mentre si trova lì, quasi fermo nel vuoto - non sta più salendo, ma ancora non ha iniziato a precipitare, c'è tutto il tempo per pensare al futuro, agli amici, a qualche bel progetto da realizzare, ma anche per immaginare i volti contratti di quanti, da Medellin a Caracas, da Barranquilla a Cartagena, a Neiva, a Puerto Carreño, sono in questo momento davanti alla tv, ansiosi di conoscere l'esito della scena -, riesce ad abbassare il capo, quel tanto che basta per provare a intercettare la sfera e mutarne la direzione. La colpisce, e ora il nuovo viaggio dell'oggetto rotondo ha per destinazione finale l'angolo destro della porta presidiata da Oscar Pérez Rojas, arquero messicano, rimasto immobile, come paralizzato dal buio improvviso, non è bello trovarsi in una posizione da cui è impossibile indovinare il corso degli eventi. "El Campín" esplode, ci sarà solo questo gol nella partita, e Iván Ramiro, con la coppa tra le mani, è ora il signore dei signori del Sudamerica.
Cineteca