The Matthews Final
Tutti sanno, non solo nella terra-madre, che quando si dice: "ah, The Matthews Final!", si vuole alludere alla finale della Football Association Cup disputata nel 1953, ovviamente a Wembley. Tutti, non solo nella terra-madre e nelle lande britanniche, conoscono la dimensione leggendaria di Sir Stanley, che trascorse una vita correndo dietro la sfera di cuoio alla ricerca di avversari da scartare e spazi per crossare dal fondo. Giocava, all'epoca, nel Blackpool; in finale incrociò i Bolton Wanderers. Matthews era vicino ai quaranta, e la sua prestazione fu sontuosa. Va tuttavia ricordato anche Stan Mortensen (nella foto, a destra di Matthews), che fece tre gol - il primo in assoluto a portarsi a casa il pallone da Wembley, insieme alla coppa. Finì quattro a tre, e fu una delle più grandi finali nella storia della competizione. E fu, soprattutto. The Mortensen Final.
1962
I formidabili appetiti lusitani
Se c'è bisogno di una conferma, arriva all'Olimpico di Amsterdam. L'egemonia in Europa del grande Real Madrid è giunta al suo epilogo. E' l'ora del Benfica. E di Eusébio. Seconda finale consecutiva, secondo trionfo. Ma i Blancos vendono cara la pelle. In particolare, Ferenc Puskás non ha alcuna intenzione di consegnarsi inerme alla storia della Coppa dei campioni. Anzi. Lui vuole la coppa, e lo rende ben chiaro segnando tre gol. Tre urli di rabbia. Quando ha esaurito gli argomenti, il Real conduce tre a due, e il primo tempo finisce così. I lusitani però sono più freschi, dispongono di energie e appetiti immisurabili. Il più affamato di tutti è Eusébio (nella foto, con Guttmann e Coluna), che si spolpa quel che rimane del Madrid con due profondi morsi intorno alla mezz'ora del secondo tempo. Cinque a tre.
Cineteca
Una maquina de fútbol y de fuerza
Così, su Mundo Deportivo, viene definito il secondo prototipo lanciato in orbita dal colonnello Lobanovskyi. La finale di Coppa delle coppe si gioca a Lione, chissà perché. Per attirare un po' di gente allo stadio, prima del match si disputa la finale della Copa Gamberdella, competizione riservata ai ragazzini dei club di Francia. Interessante. Di fatto, le uniche emozioni della serata le regalano gli juniores di Nantes e Auxerre, purtroppo prima dei collegamenti televisivi internazionali. Infatti, come prevedibile, la Dinamo travolge i Colchoneros. Tre splendidi gol, uno all'inizio e due alla fine. Segna anche l'anziano Blochin. D'altra parte, sette degli uomini schierati dall'undici ucraino saranno stabilmente in formazione nella rappresentativa sovietica di lì a un mese esatto, nell'esordio (col botto) del mondiale messicano. Se in giornata di vena buona, era meglio non avere a che fare con loro.
Justin Fashanu
Where do you go if you want a loaf of bread?, I asked him."A baker's, I suppose". Where do you go if you want a leg of lamb? "A butcher's". So why do you keep going to that bloody poofs' club? E' il ricordo brutale di Justin Fashanu consegnato da Brian Clough alla propria autobiografia (1995). Era stato giocatore del Nottingham (un promettente attaccante) per una breve stagione. Aveva, all'epoca, un enorme difetto: l'omosessualità. Dichiarata. Tra il 1978 e il 1997 si trascina nel mondo indossando maglie sempre diverse; non c'era luogo dove riuscisse a fermarsi. Trova pace solo togliendosi la vita, il 2 maggio del 1998, a Shoreditch, East End di Londra. L'avesse immaginato, forse Brian Clough non avrebbe dato alle stampe quel breve, inutile dialogo.