La lupa ha sbranato i leoni
Che gli anni '60 sarebbero stati favolosi per il calcio italiano di club (e, sul finire dei medesimi, anche per la nazionale), fu immediatamente chiaro. La Fiorentina conquistò la prima Coppa delle Coppe. La Roma si prese la terza Coppa delle Fiere - la prima con calendario allineato alle altre due competizioni, sebbene ancora frequentata da improbabili ed estemporanee compagini -, e nel 1962 (ma alla fine di un torneo iniziato nel giugno dell'anno precedente) il Bologna alzerà la decaduta ma sopravvissuta Mitropa Cup. Fiorentina, Roma, Bologna. E le milanesi? E la Juve? Guardavano e imparavano. La Roma che, in un assolato mercoledì pomeriggio, entra nell'albo d'oro rispedendo il Birmingham in Inghilterra con due palloni nel sacco, era una bella squadra: ci giocavano Angelillo, Manfredini, Losi (il capitano: nella foto, mentre si gode gli applausi del pubblico), Menichelli, e anche Cudicini, come no, qualche volta addirittura Ghiggia e Schiaffino, per quanto già onusti (oltre che di gloria) di svariati acciacchi e dolori. L'Olimpico era pieno di gente, e tutti videro quel che l'arbitro (un francese) si rifiutò di vedere. Un match - a dir poco - burrascoso, ricco di colpi proibiti. Dall'una e dall'altra parte, ma soprattutto dall'altra. Così, gli inglesi iniziano a tranquillizzarsi quando beccano il primo gol, e si deprimono terribilmente appena subiscono il secondo. Leoni sì, ma non indomabili, soprattutto fuori dal loro territorio. E la lupa li sbranò poco a poco.
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