La grande sorpresa
Doveva fare un bel freddo a Rotterdam, se fino a pochi istanti prima del calcio d'inizio i giocatori preferivano rimanere in tuta. Lì, al 'de Kuip', la rappresentativa del Granducato ospitava l'Olanda. Sì, non è un errore. Per gli ottavi di finale della Coppa Europa per nazioni, nel match di ritorno il Lussemburgo giocava in casa, contro l'Olanda. A Rotterdam? Sì, l'andata si era disputata ad Amsterdam. Ci sarà stato un motivo: forse perché all'andata era finita in parità (1-1), e gli arancioni preferivano non rischiare. Del resto, metà della formazione che schierano è composta da giocatori del Feyenoord, che dunque non dovrebbero subire psicologicamente il fatto di giocare in trasferta. Per farla breve, fu una grande sorpresa. Vinse il Lussemburgo. Già. Due a uno. E si qualificò per i quarti di finale. L'Olanda era davvero una squadretta, a quell'epoca. Ma bastava solo avere ancora qualche anno di pazienza. Eroe della partita (autore di una doppietta) fu Camille Dinner, protagonista di una discreta carriera in Belgio, tra Anderlecht e Molenbeek, e che poi si diede, con buona fortuna, alla politica. Insomma, uno che ci sapeva fare.
1977
Cuore matto
Lo stadio di Perugia porta il suo nome. Ha lasciato la vita su questo prato, una domenica pomeriggio, rincorrendo il pallone sotto una pioggia carica di brutti presagi. Renato Curi, già. Cuore matto? Forse, ma aveva solo ventiquattro anni quando se ne andò. Un bravo centrocampista, di bassa statura, e forse per questo gli piaceva farsi chiamare Gerd. Sì, Gerd Müller, il suo idolo. Un bravo centrocampista, che sapeva fare tutto e bene, e che perciò sarebbe probabilmente e presto finito in una 'grande'. No, non sarebbe rimasto per sempre a Perugia; un anno prima aveva segnato un gol alla Juventus, non è roba da tutti, logico che finisse sotto i riflettori. "Ci conforta in parte il pensiero che l'abbiamo visto per l'ultima volta nell'ambiente a lui più caro e congeniale, con l'abito della festa, con le tribune ricolme d'affetto, contro la squadra più blasonata d'Italia, quella Juventus che più di ogni altra formazione ha contribuito a consacrarlo campione" (Aldo Agroppi).
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