Il segno di Attila
C'è chi giura di averlo visto balzare oltre le gradinate, sino a un'altezza dalla quale è possibile guardare le montagne lontane, e tutta la metropoli, i campanili e i viali alberati, e dicono anche che pochi abbiano capito che non si trattava di un'apparizione, ma solo del nuovo centravanti del Milan, un inglese, di nome Mark, di cognome Hateley, un nuovo idolo, lunga chioma, e quelli che erano a San Siro lo hanno visto levarsi verso il cielo, mentre Fulvio Collovati vanamente cercava di tenerlo giù, di contenerne la furia, di impedire che la tremenda inzuccata mettesse fine alla partita. Quella bordata che diede il risultato finale a un derby di transizione, quell'acrobatica e fantastica esercitazione aerea rimase pressoché l'unico segno lasciato da Attila nella storia del Milan. Unico, ma spettacolare e indelebile.
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Il record cancellato di Bosman
Il loro modo di esultare è molto simile (un solo braccio alzato, come a prendersi merito relativo), e hanno giocato qualche anno insieme nell'Ajax, segnando valanghe di reti. Da quest'anno però Marco è andato al Milan e lui, John, non sembra avvertirne l'assenza: anzi, va a rete con ancora maggiore frequenza. Michels, sulla panca degli Oranje, non ha ancora deciso quale dei due preferire; difficilmente li schiera insieme dall'inizio. O l'uno o l'altro; poi, in caso di necessità o di opportunità, dentro l'uno o l'altro, e la coppia si ricompone a partita in corso. Oggi ce n'è una importante, a Rotterdam si gioca per la qualificazione agli europei tedeschi. Contro la fortissima nazionale cipriota. Marco s'è fatto male, e allora dentro John. John Bosman dopo un minuto ha già archiviato la sensazione che possa essere una partita emozionante. Passa un altro minuto e dagli spalti del De Kuip qualcuno sgancia una pallina da tennis nella quale è nascosta una piccola bomba, che esplode proprio vicino al portiere isolano, Andreas Haritou (foto), fortunatamente senza ammazzarlo. Portiere fuori uso e, naturalmente, il resto del match non vale nulla. Andrà ripetuto. Peccato per John, perché degli otto gol realizzati dalla sua squadra quel giorno, lui ne timbrò cinque. Da record.
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